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L’AZZURRO – Candreva strega Conte!

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ROMA - Dall’Adriatico a San Siro, da Lippi al ct Conte con la Juve spesso sullo sfondo e anche oggi all’orizzonte. Cinque anni dopo l’esordio, datato 14 novembre 2009 per Italia-Olanda a Pescara, è arrivato il primo gol...

redazionecittaceleste

ROMA - Dall’Adriatico a San Siro, da Lippi al ct Conte con la Juve spesso sullo sfondo e anche oggi all’orizzonte. Cinque anni dopo l’esordio, datato 14 novembre 2009 per Italia-Olanda a Pescara, è arrivato il primo gol azzurro di Antonio Candreva, 26 presenze in nazionale, leader vero della Lazio, dove è esploso sino a diventare un top-player. Fa godere Pioli. E minaccia Allegri, sabato ospite all’Olimpico. Sette assist in undici partite di campionato, il suo nome figura accanto a quello di Messi, stella del Barcellona. In Europa hanno fatto meglio solo Fabregas (Chelsea) e De Bruyne (Wolfsburg), in cima a quota 9. Al fantasista di Tor de Cenci, periferia di Roma, in realtà ne mancano due non conteggiati dalle statistiche, perché Moras aveva sporcato il suo traversone prima del tocco vincente di Lulic (Verona-Lazio 1-1) e perché a San Siro, prima di campionato, il suo cross per Djordjevic venne trasformato in autogol da Alex (Milan-Lazio 3-1). Lotito gongola: l’ha portato al rinnovo del contratto e Antonio sul campo continua a crescere in modo esponenziale. E’ in progresso costante. Si supera stagione dopo stagione. A 27 anni si sta riprendendo quanto la carriera prometteva all’inizio.

 

Cucchiaio. Domenica Candreva ha dribblato qualche linea di febbre e ha sfruttato la prima occasione buona con la Croazia per sparare la palla in rete. Diagonale potente e angolato. Impossibile prenderlo. Ha corso e festeggiato il suo primo gol in nazionale un po’ come fece, ancora sotto la pioggia, dopo aver piegato le mani su punizione al romanista Goicoechea, 3-2 all’Olimpico, l’11 novembre 2012. Stessa esultanza per il suo primo gol nel derby con la Roma. La differenza è che due sere fa a San Siro De Rossi lo rincorreva per abbracciarlo. La curiosità è un’altra. Antonio il gol azzurro lo aspettava con un’ansia relativa. Non era un’ossessione. E’ il primo per le statistiche, lui lo considera il secondo. Ha un altro dolcissimo ricordo legato alla Confederations Cup e risale al 27 giugno 2013. Seminale Spagna-Italia decisa ai rigori dopo 120 minuti senza gol: 5-5 dopo la prima serie dal dischetto. Pallone pesantissimo, perché ad Antonio toccava il sesto dopo il rigore realizzato da Iniesta. Cucchiaio a Casillas e gol del 6-6. A seguire centro di Xavi ed errore di Bonucci, Italia sconfitta, Spagna avanti per 7-6. Quel gol al portierone del Real Madrid non è mai entrato nelle statistiche ma per Candreva ha un significato e un valore preciso. Era un altro passo verso il grande calcio.

Duttilità. Quando Lippi lo chiamò per la prima volta in nazionale, Candreva era il talento rampante del Livorno e qualche mese dopo si sarebbe trasferito in prestito, con l’ok sofferto di Spinelli, dall’Udinese alla Juve. L’incontro con Reja alla Lazio è stato fondamentale per la sua carriera. Lo ha trasformato in un attaccante esterno, lo ha responsabilizzato, permettendogli di tirare fuori tutto il suo talento. Se Prandelli lo aveva reinserito nel giro azzurro, Antonio è riuscito a conquistare in fretta e con la capacità di soffrire Conte. Il nuovo ct lo avrebbe voluto alla Juve per tornare al 4-3-3, non è un mistero. In estate se n’era parlato tanto. Agnelli chiese a Lotito. L’interesse esisteva, una trattativa non è mai stata aperta e Candreva non ha comprato casa a Torino, come si favoleggiava a Roma: una delle solite leggende metropolitane. Domenica ha giocato da mezz’ala (ruolo conosciuto e ricoperto tante volte in carriera) e ha concluso la partita sulla fascia destra, la collocazione più gradita. Il ct ne apprezza la duttilità. Candreva aggiunge qualità al centrocampo e gli permette di cambiare modulo in corsa. E’ riuscito a risalire la corrente anche questa volta. Nel nuovo corso azzurro era partito da riserva, a Malta si era ritrovato esterno destro nel 3-5-2. Ora è di nuovo al centro della nazionale. (Corriere dello Sport)

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