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Lazio, Lazzari non si ferma più e vuole anche l’Europeo

Sedicesima presenza consecutiva per il terzino che manda un messaggio a Mancini

redazionecittaceleste

ROMA - Va di fretta e coglie l'attimo. Dalla Serie D alla Nazionale e la Lazio. Uno come Lazzari può credere a tutto, persino allo scudetto: «Mancano ancora tante giornate, è prematuro. Ma se lo ha detto Inzaghi, allora anche io non firmo per il secondo posto». E pensare che lottava per la salvezza proprio con la Spal appena l'anno scorso. Incredibile l'ennesimo salto in alto. Ieri nessuna commozione , rispetto all'andata Manuel ormai è un altro uomo. E' spietato e su Instagram i suoi ex tifosi non glielo perdonano: «In 7 anni ho dato tutto, ringrazierò sempre la Spal – il suo sfogo – ma le minacce di morte proprio non me le merito». Inutile però dare agli stupidi troppo adito, meglio concentrarsi su presente e futuro: «Nei primi mesi è stato duro il passaggio da Ferrara a Roma, ho avuto bisogno di tempo. Ora mi trovo alla grande, in questa Lazio ti diverti dal primo all’ultimo minuto. Io scatto e so che ci sono fenomeni che ti mettono la sfera dove vogliono». Lazzari è già uno di loro, peccato per il palo: «Sono stato sfortunato e mi dispiace non aver segnato, ma l'importante è che Caicedo poi abbia ribattuto». Manuel è generoso, è il miglior assistman dello scorso campionato. E adesso non fa segnare solo Ciro, stavolta è per Adekanye il passaggio decisivo: «Bobby mi deve una cena, ma non ora perché abbiamo due partite troppo importanti in questa settimana. Possiamo andare a -2 dalla Juve in vetta. Non sarà facile battere la sorpresa Verona, ma è una grande chance e dobbiamo sfruttarla».

INSOSTITUIBILE

Fra tre gare ci sarà poi lo scontro con l'Inter a dire l'ultima parola, ma intanto Lazzari vuole mettere subito la freccia dopo aver archiviato la stracittadina: «Il derby lo abbiamo sbagliato, ma dopo un lungo periodo di vittorie consecutive ci può stare. Con la Spal abbiamo dimostrato che è stato solo un episodio isolato, quanto è forte la Lazio e che daremo battaglia fino all’ultima partita». Complice la lungodegenza di Marusic, Manuel non ne salta più una. Eccezion fatta per la Cremonese, ieri ecco la sedicesima presenza consecutiva. Miracolosa la sua tenuta e la costanza, eppure per una nuova convocazione in Nazionale (la prima e ultima risale al Portogallo) non basta: «Ho letto l'intervista di Mancini in cui dice che non sono né un terzino né un'ala. E' vero che da 6 anni gioco con una difesa a tre e non ho mai l’opportunità di allenarmi con una difesa a 4, ma io sono sicuro di poter far bene anche il terzino nell'Italia. Ora resto concentrato sulla Lazio, poi vedremo che succederà». Magari, come con Acerbi e Immobile, il ct si ricrederà.

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