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Lazio, occhio alle occasioni last minute: gennaio mette paura

Chissà se una volta usciti Caceres e Lukaku, non possa arrivare davvero un rinforzo. Ma i precedenti in questa sessione sono inquietanti

redazionecittaceleste

ROMA - Di solito la Lazio a gennaio cerca occasioni, magari sarà così negli ultimi giorni dopo le uscite di Lukaku e Caceres. Ma dimenticatevi che saranno spese cifre folli e purtroppo bisogna fare i conti con i precedenti:

Lo chiamano mercato di riparazione, ma in casa Lazio spesso è stato il mercato delle occasioni perse. Sono appena due le sessioni invernali, sotto la presidenza Lotito, in cui la Lazio è stata protagonista. La prima con il ds Sabatini che nel 2007 portò a Roma Radu, Rozenhal, Dabo e Rolando Bianchi. Tre anni dopo fu il ds Tare ad acquistare Dias, Biava, Hitzlsperger e Floccari. Operazioni mirate poi diventate vincenti, che consentirono alla squadra di non scivolare nelle zone pericolose della classifica. Conferme della bontà del lavoro svolto e anche della volontà della società, tradotta in acquisti di livello per raggiungere gli obiettivi stagionali. Non si può dire lo stesso per le altre dodici sessioni invernali. Non tanto per quelle dei primi anni di presidenza Lotito, condizionate da un’inevitabile politica societaria all’insegna dell’austerity, quanto per quelle dei più recenti, alcuni caratterizzati da bilanci virtuosi.

NOMI SFUMATI

Nilmar, Honda, Yilmaz, Bergessio, Casemiro, Biabany e Krasic sono solo alcuni dei nomi accostati alla Lazio a gennaio e poi sfumati. Di questi ha fatto parte anche Felipe Anderson: arrivato a Formello nell’estate del 2013 con cinque mesi di ritardo, secondo qualcuno per un mancato accordo con il fondo inglese che deteneva il 50% del suo cartellino, secondo altri per un fax difettoso e mai arrivato. Un imprevisto difficile da risolvere a pochi minuti dalla chiusura del mercato, che si aggiunse ad un altro inconveniente del 2012, sottolinea ilMessaggero, quando il maltempo ritardò il volo del ds Tare, arrivato all’AtaHotel di Milano, dove lo attendeva il segretario generale Calveri, solo nel tardo pomeriggio del 31 gennaio.

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