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Lotito-Agnelli: ecco il verbale-verità

ROMA - Un calcio ispirato al Professional Game Board inglese, con una redistribuzione dei pesi elettorali che segua le direttive Uefa, Club Italia modello Club England (guidato dal presidente della Premier League), e più in generale un...

redazionecittaceleste

ROMA - Un calcio ispirato al Professional Game Board inglese, con una redistribuzione dei pesi elettorali che segua le direttive Uefa, Club Italia modello Club England (guidato dal presidente della Premier League), e più in generale un Palazzo del pallone ridisegnato prendendo il meglio degli esempi continentali. Questo era ed è il piano di riforma, firmato Agnelli-Lotito. Chissà perché tutto questo, contenuto in un verbale di Assemblea, quella di Lega A del 24 luglio scorso che lo aveva varato, era come sparito, come ricordavamo ieri. Ora che è riapparso, con tempismo sospetto ma utile, abbiamo la possibilità di leggere, noi con voi, nero su bianco (integralmente sul sito www.corrieredellosport.it), cosa hanno in testa i presidenti della Serie A per il futuro del movimento. E capire se Lotito, deputato a disegnare questi scenari per tutta la Federazione, si stia muovendo nel solco di quella visione, discutibile in alcuni aspetti come ogni cosa degna, ma di ampio respiro o piuttosto preferisca seguire una rotta personale, corta e interessata. Di sicuro, sul punto che domenica scorsa ha fatto divampare la polemica tra lui e l’amministratore delegato della Juventus, Marotta, le carte sono chiare: multiproprietà e/o seconde squadre sono soluzioni entrambe sul tavolo. Mentre il resto del progetto è scritto in forma quasi sempre assertiva, proprio il verbale, con riscrittura evidenziata e cancellazioni a posteriori, dimostra come sull’argomento si sia discusso fino all’ultimo minuto, senza trovare una posizione univoca. Non così per Lotito, partigiano della multiproprietà, inserita nel capitolo “Nuova politica di sviluppo dei settori giovanili”, con Germania, Francia, Belgio e Spagna (proprio per le seconde squadre, come si legge), prese a modello di riferimento. Oltre ai Centri di formazione federali territoriali, nuove categorie di età per i campionati giovanili, ecco la proposta di revisione della normativa in materia. Salta all’occhio la proposta di autorizzare il passaggio di calciatori tra i club pro con la stessa proprietà in corso di stagione. Un possibile “mercato” dei fuori rosa insomma. La discussione in assemblea, a luglio, ha portato a cancellare l’alternativa seconde squadre-seconde società e anche la Serie D come campionato per le seconde squadre. Tutto questo per dire che la materia è complessa. Come il resto, del resto.

IL DOCUMENTO. Nove pagine, uno schema diviso in quattro colonne, per tematiche, proposte e aree di intervento, modelli di riferimento internazionali e organi competenti a deliberare le modifiche in oggetto; due capitoli (questioni federali, questioni giuridiche), 18 titoli. Ovvero le linee programmatiche di riforma del calcio della LNPA, acronimo sconosciuto ai più, popolarmente Lega di A, varato unanimemente dalla Assemblea dei 20 club associati, due mesi fa a Milano, in piena campagna elettorale per il dopo Abete. Documento, si legge in apertura in grassetto, “predisposto dal presidente Lotito, di concerto con il presidente Agnelli, sulla base delle indicazioni pervenute dalle società”, che costituisce il programma riformista della A, presentato all’allora candidato Tavecchio. Il concerto per la verità era finito ancora prima di cominciare, tra i due proponenti, divisi prima, durante e dopo quella data su quasi tutto. Sta di fatto che miracolosamente il contrasto sull’asse Roma/Torino, aveva prodotto questo risultato concreto. Ereditato formalmente da Claudio Lotito, il super consigliere federale, con delega appunto alle riforme, subito conferitagli dal neo presidente. Difficile immaginare il contenuto di quel piano nelle 7 righe di comunicato stampa del 12 settembre scorso, dopo il CF in cui il presidente della Lazio aveva fatto le sue proposte di riforma, compreso quella dei campionati, così come strutturata nel documento del 24 luglio.

QUESTIONI FEDERALI. Dove si trovano moltissimi altri elementi. Sotto il tema Questioni Federali, per esempio, come potenziamento dei rapporti internazionali e promozione del calcio estero, c’è la proposta di un Ministro degli esteri della Figc, sul modello spagnolo, dove esiste una collaborazione Federazione, Lega, Ministero del commercio estero per la promozione del calcio di Spagna nel mondo e del paese attraverso il calcio. Si parla poi di riforma del Settore tecnico, su modello franco tedesco, di nuova gestione del Club Italia, con il coinvolgimento diretto della Lega di A, di nuove forme assicurative per i nazionali, della ricerca di nuove fonti di finanziamento, di sfruttamento commerciale di Coverciano e del Museo del Calcio, di accesso a fondi europei di settore. C’è poi un lungo capitolo sulla riforma della giustizia sportiva (al primo punto la revisione della discriminazione territoriale, già messa in pratica dalla presidenza Tavecchio-Lotito), con una lunga teoria di revisioni (dalla responsabilità oggettiva alla omessa denuncia). Si trovano poi capitoli relativi alla campagna trasferimenti e tesseramenti, al modello rose Uefa, al fair play finanziario, temi presentati in CF da Lotito.

QUESTIONE LEGISLATIVE. Le linee Agnelli-Lotito poi si occupano dell’annosa riforma della legge 91/81 e propongono il riconoscimento dello ius soli, per l’acquisizione della cittadinanza a fini sportivi, ovvero l’introduzione di norme che rendano più semplice e rapida l’acquisizione della cittadinanza italiana per i figli minorenni nati in Italia da genitori stranieri, come in Germania, Spagna, Inghilterra. Un gran bel tema inclusivo. Rimasto solo nel verbale ritrovato. (Corriere dello Sport)

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