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La Lazio e il Genoa a Marassi: maledizione spezzata, sette anni dopo…

Inzaghi è riuscito a rompere l'ennesimo tabù, e ora i tifosi possono sognare in grande

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diSimone Cesarei

ROMA- Ci sono voluti sette anni, ma alla fine Simone Inzaghi ce l'ha fatta. Marassi sponda Genoa era una maledizione che non sembrava intenzionata a volersi spezzare, ma non aveva fatto i conti con la nuova Lazio costruita dal tecnico piacentino. Più forte di tutto, anche dei tabù. L'ultima volta che i biancocelesti vinsero contro il Genoa in trasferta era il 25 aprile 2010, gara aperta dal gol rossoblu firmato da Palacio a cui risposero Andrè Dias prima e Floccari poi. Dopodichè Genova è rimasto un campo maledetto, in cui la Lazio ogni stagione perdeva punti preziosi per il proprio campionato, ma non quest'anno. Non con Simone Inzaghi. Il mister laziale ha creato un gruppo che non si arrende mai, non si abbatte mai, ma anzi combatte fino all'ultimo respiro e molto spesso, almeno in questo inizio di stagione, porta a casa il risultato. E' stato cosi con la Juventus in Supercoppa, con il Chievo in campionato, con il Vitesse in Europa League e ora contro il Genoa a Marassi. Non esistono partite semplici, ma non esiste una partita che la Lazio non può vincere. Sempre. Anche quando tutto sembra perduto, anche quando Pellegri, sedicenne entrato salla panchina, riesce a segnare una doppietta grazie ad una carambola e una disattenzione di Strakosha. Anche quando la partita sembra essere destinata a lasciarti l'amaro in bocca, la Lazio riesce a ribaltarla e afar godere i propri tifosi come non succedeva da tanti anni, sette per la precisione.

SOGNI

10 punti in 4 giornate, un gioco spumeggiante e il tabù Marassi finalmente sfatato. Non sembra un anno come gli altri questo per la Lazio. L'ultima volta che i biancocelesti partirono cosi a razzo fu Scudetto. Le partite come quelle contro il Genoa gli anni scorsi hanno pregiudicato fin troppo il cammino dei biancocelesti, che ogni stagione perdevano punti fondamentali per il tanto agognato salto di qualità. Quest'anno quel salto di qualità, non tanto per una rosa migliore ma a livello di mentalità, sembra finalmente essere arrivato. Finalmente i tifosi hanno a disposizione una squadra che li faccia divertire, soffrire e alla fine, come sta accadendo in questo inizio di sagione, esultare. I sogni del tifoso lazial non si fermano all'Europa League, i sogni del tifoso laziale arrivano ai grandi stadi d'Europa, arrivano fino all'Olimpo dove hanno cenato con gli dei sotto la gestione Cragnotti. Il tifoso laziale non si accontenta, mai, non è nella sua natura, e questo inizio di stagione cosi strepitoso non può che essere solamente l'inizio.