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Lazio, una preghiera a San Ciro e Correa fa il miracolo

redazionecittaceleste

L'argentino si è sbloccato dopo 43 giorni di digiuno. Sino a fine maggio di solito almeno altri 2 gol nel personale bottino

  Una preghiera a San Ciro, il centro dal dischetto e l’urlo social al miracolo: «Il Tucu è tornato». Dopo la squalifica, riposato, ma sopratutto sotto porta finalmente di nuovo freddo e lucido. Sin dal primo minuto: assist d’esterno per Immobile e autogol del Benevento. Ancora: scavetto, Montipò devia prima di franargli addosso. Mentre l’arbitro Ghersini è al Var, lungo conciliabolo sotto il diluvio, Correa invoca il tiratore scelto di poter battere il rigore concesso e viene accontentato: «Purtroppo, dopo il penalty sbagliato a Bologna, non c’era un bel ricordo. Ma io non mi sono mai arreso, ho continuato a provarci in allenamento ed ero sicuro che avrei segnato. Ho parlato con Ciro, prima del match ci eravamo promessi di tornare entrambi nel tabellino. Devo ringraziarlo». Già, perché altrimenti Joaquin, nonostante tutto lo sforzo profuso, sarebbe rimasto a secco. Assegnato a Montipò da regolamento il terzo gol, perché l’argentino aveva provato a servire Immobile e, senza il tacco del portiere campano, il tiro era fuori dallo specchio. Regolamento spietato.

FAME

Interrotto dopo 43 giorni il digiuno. L’ultimo centro risaliva alla sconfitta con la Juve (1-3) del 6 marzo. Per ritrovare Correa con una rete utile bisognava tornare a Bergamo al 31 gennaio. Prima ancora, non segnava da novembre col Crotone in campionato. Contro lo Spezia si era divorato il mondo, ora Il Tucu sale a quota quattro, anche se rimane esiguo il bottino: «Io penso ad aiutare la squadra anche in un altro (3 assist, ndr) modo – si giustifica l’argentino – ma è chiaro che sono più contento quando faccio gol. E’ bello che sia servito a tenere la Lazio in corsa in Champions perché proveremo a ritornarci sino all’ultimo». Lì (altre tre reti) Joaquin si vede ancora in futuro, forse per questo sta pensando all’addio da gennaio. Anche se, a sentirlo parlare, sembra concentrato solo sull’obiettivo con la Lazio: «Sarà una settimana difficile, ma paradossalmente contro Napoli e Milan sarà più facile mantenere la concentrazione sino al novantesimo». In Primavera di solito Correa mette il turbo e torna (dai 2 ai 4 gol dopo aprile) decisivo. Speriamo che anche stavolta il fiore sia sbocciato almeno sino al 23 maggio.

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