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Frase omofoba a reazione a catena

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Nella stagione televisiva conclusasi un paio di mesi fa, abbiamo visto diversi casi televisivi che hanno fatto parlare de L’Eredità per giorni. C’è stata la clamorosa gaffe del concorrente sulla conoscenza di date...

redazionecittaceleste

Nella stagione televisiva conclusasi un paio di mesi fa, abbiamo visto diversi casi televisivi che hanno fatto parlare de L’Eredità per giorni. C’è stata la clamorosa , ma ci sono stati anche altri casi, come coming out o semplici dichiarazioni pubbliche di omosessualità, nei quali il programma condotto da Carlo Conti e passato poi nelle mani di Frizzi a fine stagione, ha dimostrato uno spirito gay-friendly sorprendente. Non si può dire lo stesso, a quanto pare, di Reazione a Catena, che de L’Eredità è lo speculare estivo. In una delle ultime puntate del programma condotto da Amadeus, si è infatti verificato uno spiacevole caso di pura omofobia nel quale  si sono “involontariamente” esibiti tre concorrenti della trasmissione.

Il caso dei tre concorrenti di “Reazione a Catena”

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E’ accaduto a Le Tre Stelle, concorrenti amici che nella puntata di ieri stavano sfidando le campionesse in carica per ambire al montepremi finale. Uno di origini napoletane, uno di Carpi, l’altro di Modena, i tre, in un’atmosfera cordiale, erano riusciti a completare una sequenza, avendo così il diritto di provare ad incrementare il montepremi indovinando una canzone. I tre ci riescono, riconoscendo le note di Questo Piccolo Grande Amore di Baglioni e, sull’onda dell’entusiasmo Amadeus propone ai tre di stringersi in un abbraccio in linea con l’atmosfera evocata dalla celebre canzone del cantautore romano. Ma ecco qui la risposta piuttosto spiacevole di uno dei tre, che perde quasi del tutto il suo sorriso e risponde serioso ad Amadeus, quasi questi avesse insinuato qualcosa in merito alla loro identità sessuale: “Non è il caso nostro. Siamo normali!”. Così Amadeus tenta di stemperare il momento sollecitandoli: “E fallo sto sacrifico, stretti stretti!”. Ovviamente la responsabilità del conduttore è, in questo caso, praticamente inesistente, così come non si può dire che vi sia una reale colpa di qualcuno. Ma è vero che, quando in merito all’omosessualità si associano concetti come l’anormalità e la cosa accade in televisione, sulla rete principale del servizio pubblico, storcere il naso pare sempre una cosa sacrosanta.

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