DA SPAZIOJUVE.IT
svago
I romanisti ci ricascano
DA SPAZIOJUVE.IT La Juve si ferma contro il Sassuolo. Al Mapei Stadium, finisce 1 ad 1. Tutto sommato, giusto così. I bianconeri, nonostante abbiano avuto svariate opportunità per chiudere i conti, si sono dimostrati poco cinici, al...
La Juve si ferma contro il Sassuolo. Al Mapei Stadium, finisce 1 ad 1. Tutto sommato, giusto così. I bianconeri, nonostante abbiano avuto svariate opportunità per chiudere i conti, si sono dimostrati poco cinici, al contrario di quanto fatto vedere in quest’inizio di stagione. Inoltre, il Sassuolo ha condotto una partita dignitosa, un po’ rude, ma comunque ha fatto il suo ed ha ottenuto un grande risultato, complimenti.
Quello che non ne fa parte e che, anzi, dovrebbe essere condannato, è quello che succede a Roma, in occasione della partita contro il Chievo Verona. Succede che nella Curva Sud, caricata a mille dalle dichiarazioni insulse ed antisportive dei loro beniamini Totti, De Sanctis e Garcia, va in scena una vera e propria manifestazione contro la Juventus, considerata la nemica per eccellenza del “calcio pulito”.
Si inzia con un simpatico striscione che recita “rigore per la Juve”, fino a qua tutto ok, d’altronde l’ennesima sconfitta subita in questi ultimi anni, brucia ancora.
Durante l’incontro, però, si passa il limite, come al solito. E se possono essere accettati i cori contro la famiglia Agnelli, contro Bonucci (reo di aver postato la sua esultanza su Twitter) e contro la classe arbitrale, sono da condannare duramente i cori contro Pessotto.
Fin quando si rimane nella sfera calcistica, tutto è lecito. Quando, però, si toccano temi così delicati, è giusto reprimere e colpire i protagonisti.
Così come i tifosi juventini vengono sanzionati, giustamente, per i vari cori inneggianti al Vesuvio e via dicendo, sarebbe gradito che anche ai tifosi che inneggiano all’Heysel, al tentato suicidio di Pessotto, venga riservato lo stesso trattamento. Non si tratta di campanilismo, ma di semplice umanità. Perché, in questo caso, parliamo di vite umane.
Ma perché accadono fatti del genere? Accadono perché, giorno dopo giorno, l’odio, visto che spesso si va oltre alla sana rivalità sportiva, viene alimentato da quei giornalisti che per vendere qualche copia in più sono disposti a fare di tutto. Due settimane di caos hanno prodotto tutto ciò. Poco serve poi provare a giustificarsi (vero Gazzetta?) o a trovare altri alibi. Sicuramente a chi proverà a mettere in risalto quanto accaduto ieri a Roma, verrà detto: “Eh, ma anche i tifosi della Juve fanno cori beceri”. Per carità, assolutamente vero, però, in questo caso, è fuori luogo sottolineare ciò. La Juventus stessa condanna tali gesti, collaborando sempre con le Forze dell’Ordine al fine di individuare gli autori di atti da punire.
In questo caso, probabilmente, non succederà nulla, ahimé, anche per il complice silenzio dei media.
Da sottolineare il comportamento del Corriere dello Sport, impeccabile come sempre. Ecco il pezzo, presente sull’edizione online del giornale, nel quale si parla del clima di ieri all’Olimpico.
Cori, striscioni e insulti a go-go hanno fatto da cornice a Roma-Chievo, 7/a partita del campionato di Serie a ma soprattutto la prima dopo l’accesissima e polemica Juventus-Roma di due settimane fa. I 40mila dell’Olimpico non hanno dimenticato i 90′ di Torino e così a più riprese sono partiti cori all’indirizzo della classe arbitrale, della famiglia Agnelli e della squadra bianconera. Al 33′ del pt, in occasione del rigore fischiato da Calvarese a favore dei giallorossi per una trattenuta di Dainelli su De Rossi, il pubblico ha ironicamente applaudito la decisione arbitrale con applausi e fischi. Tra i più presi di mira dai tifo Bonucci autore di un polemico twitter dopo la partita dello Juventus Stadium.
Notate qualcosa? Sarà un caso che non abbiano sentito proprio i beceri cori contro Pessotto?
Nell’edizione cartacea, si dedica un piccolo spazio a tale evento, condannato, sì, ma in forma certamente lieve. Ecco, infatti, un passo di tale articolo: “Il coro […] non può trovare giustificazioni di sorta. Può soltanto essere dimenticato in fretta, sepolto sotto le immagini di un pubblico festoso, appassionato, caldo, che alla Roma tutti invidiano.”
Come dire, il coro c’è stato, ma che importa, diamo risalto solo al coloroso pubblico giallorosso che, addirittura, tutti invidiano alla Roma.
© RIPRODUZIONE RISERVATA