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Schumacher, un mese al buio dopo l’incidente I medici: “Più passa il tempo, peggio è”
MILANO - “Schumi, tutti i nostri pensieri per te e per la tua famiglia”. Un mese dopo l'incidente di sci, il 29 dicembre, quando sbattè la testa sulla roccia che affiorava dalla neve francese di Meribel, al quinto piano...
LA TERAPIA La terapia va avanti anche se il tempo non gioca a suo favore e le paure che Schumacher non possa tornare quello di un tempo aumentano. Da martedì scorso, ogni mattina i medici raggiungono il campione di Formula 1 nella sua stanza e cercano di ridestare il suo corpo. Provano a ricondurre all'autosufficienza il suo cervello, staccano per pochi secondi le macchine che lo tengono in vita e riducono progressivamente i sedativi. Secondo Jean-Marc Orgogozo, direttore della Federazione francese di neuroscienze: “Ogni giorno che passa senza che lui si svegli è un giorno perduto. L’obiettivo più importante adesso è quello di risvegliare il paziente, altrimenti c’è per lui il rischio di restare in questa condizione per sempre“. Mentre tutto il mondo intorno a Michael prega perchè ritorni dal buio in cui è caduto e si chiede, anche, come potrà ritornarci, la Ferrari ritorna oggi in pista per provare la nuova F14T. Gli uomini della Rossa anche oggi omaggeranno il loro campione.
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