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ZOOM – Lazio, che fine ha fatto Antonio Candreva?

Candreva
Che fine ha fatto Antonio Candreva? Se lo chiedono in tanti

redazionecittaceleste

di Mirko Borghesi

(Pubblicata ieri 30/10) ROMA – Che fine ha fatto Antonio Candreva? Se lo chiedono in tanti dopo la prestazione anonima di Bergamo. Divorato vivo dal pressing dell'Atalanta, ha cercato di trovare spazi vagando per il campo, senza riuscire però a dare una sferzata alla gara. Non un tiro degno di nota, non un passaggio illuminante. Solo qualche cross, mal recepito da Matri con cui, a dispetto del bel gol contro il Rosenborg, l'intesa va ancora oliata. Alla Lazio da gennaio 2012, vive adesso, probabilmente, il momento più difficile della sua esperienza in biancoceleste. Non solo per l'uscita contro la banda di Reja, ma anche per la differenza di rendimento tra Nazionale e club. Una differenza che ha fatto storcere il naso a più di qualche tifoso. Tutta colpa di un'estate travagliata? Forse. Candreva si è ripreso i gradi di vice-capitano ma, dopo l'addio momentaneo di Mauri, si aspettava qualcosa di più. Forse proprio quella fascia che è finita invece sul braccio di Biglia, mai in discussione neanche dopo la burrascosa conferenza stampa di Shanghai. La Lazio incrocia le dita. Spera che l'Europeo alle porte doni al talentuoso corridore di Tor de' Cenci una nuova confidenza con il gol e con gli assist. 34 i centri in 158 presenze, di cui 12 nel 2013/2014 e 10 nel 2014/2015. Quest'anno, eccezion fatta per il tap-in in Europa League, Romoletto è ancora fermo al palo. Eresia, doppia eresia sommando anche il capitolo assist. Quelli vincenti, nell'ultima cavalcata che portò la Lazio al terzo posto, furono 10 e gli valsero la prima posizione in campionato. Caselle vuote, vuote come i cambi di direzione e i lanci delle ultime partite. Il Rosenborg si è rivelato un'episodica e illusoria parentesi positiva, alla ricerca di una costanza maggiormente proficua per il singolo e per il gruppo. A tutto questo va sommato una Lazio dal rendimento in trasferta deficitario. Una Lazio priva di una mentalità vincente, latitante in un'annata in cui si può osare molto viste le incertezze di una Serie A improvvisamente orfana del suo padrone bianconero. Ma è in queste occasioni che dai grandi giocatori ci si aspetta una mano e non l'anonimato.