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I consigli del diavolo se li mangia la volpe, direbbe Fabiani. Solo che ormai, con il blocco del mercato in entrata conclamato, non c’è più bisogno di chissà quale mente acuta per interpretare un mese di bugie e annunci societari contrari al player trading annunciato un anno fa sulla scia dei modelli Atalanta, Leverkusen e Feyenoord. “Non smontiamo la squadra e quindi non vendiamo nessuno dei nostri big”. Anche il più ingenuo dei tifosi ha ormai intuito che il controsenso è presto spiegato dall’impossibilità di sostituirli con altri acquisti, stoppati dalla Covisoc. E allora qual è la nuova strategia del club?
Provare a convincere tutti di avere dei campioni in rosa, desiderati da mezzo mondo. E fra Lotito e Fabiani sono partite cifre senza senso: 240 milioni rifiutati fra Gila, Romagnoli, Tavares, Rovella, Guendouzi, Isaksen e Castellanos. Premesso che a noi risulta solo un’offerta ufficiale (35 milioni per Gila) e solo tanti altri sondaggi, c’e’ un retroscena curioso sugli improbabili 40 milioni messi sul tavolo dalla Premier e respinti dalla Lazio per il Taty. Il ds lo aveva riferito a Sarri a Castelfranco, che ancora non conosceva in toto la situazione finanziaria (e sperava in Raspadori e Oyarzabal) e aveva risposto: “Per quella cifra, non solo dovete portare in braccio Castellanos, ma anche me e il mio staff tecnico”. Però va capito anche Fabiani: per lui i migliori affari sono quelli che non si fanno. Allora quest’estate ha vinto di nuovo. Possiamo dirlo in anticipo senza smentire e senza aspettare Greenwood, con il blocco del mercato sbugiardato.
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