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Sempre più difficile la situazione di questo mercato estivo della Lazio. Lo sforamento dei tre parametri (indice di liquidità; indicatore di indebitamento e costo del lavoro allargato) sta di fatto bloccando non soltanto le operazioni in entrata, ma anche gli accordi con cui poter chiudere rinnovi di contratto con conseguenti adeguamenti di ingaggio.
Se da una parte è stato possibile rinnovare i contratti di Pedro e Vecino (entrambi avevano i contratti in scadenza e andranno a guadagnare le stesse cifre che percepivano, con lo spagnolo che guadagnerà 2,2 milioni, mentre Vecino 1,8), restano invece in sospeso le situazioni riguardanti in primis Romagnoli e Gila, ma anche quella di Guendouzi. Da parte della società c'è comunque voglia di accontentare le richieste di tutti.
Il direttore sportivo biancoceleste Fabiani tra la fine di maggio e inizio di giugno aveva contattato il team Raiola, che gestisce Romagnoli. L'idea di partenza era quella di presentare al centrale un contratto di due o tre anni, con il nodo ingaggio ancora da risolvere. Lotito però ha voluto rinviare la situazione all'inizio del ritiro, segno evidente di come il patron biancoceleste voglia dialogare direttamente con Romagnoli.
Quest'ultimo richiede dal 2023 un adeguamento, promessa ottenuta da Lotito nel 2022 (quando ci fu la firma sul contratto) che aveva per oggetto un ingaggio maggiore con il raggiungimento della Champions, arrivata l'anno successivo. Il premio è rimasto un qualcosa di teorico: attualmente Romagnoli percepisce 2,8 milioni più bonus come Zaccagni, e con l'adeguamento l'ingaggio supererebbe i 3 milioni.
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