ROMA - E' un fiume in piena d'entusiasmo. La convocazione della Spagna ha mandato Luis Alberto al settimo cielo. A due anni e mezzo di distanza, c'è anche da comprendere il motivo. Così da tre giorni, non la smette più di parlare in patria, il numero 10 biancoceleste. Stavolta a Canal Sur Radio torna sulla sua saudade: "Siviglia? L’ho detto in passato e lo penso ancora: non dirò mai di no a quella che è stata la mia casa. Adesso sono alla Lazio, sono contento e ho un contratto, è il club che mi ha dato l’opportunità di arrivare dove sono e ne sono molto grato. Poi magari il prossimo anno è la Lazio che mi dice che devo andare via. A volte non dipende da noi”. A proposito del proprio rendimento, il laziale ha dichiarato di non sentirsi affatto un giocatore poco continuo: “È da parecchio tempo che non è così. Sì, quando ero nella cantera del Siviglia ci poteva stare. Per fare quel salto in avanti dovevo migliorare, non tanto sotto l’aspetto offensivo, quanto difensivo. E poi dovevo migliorare come mentalità, non dire “oggi non mi va”. Oggi non si può dire che sia discontinuo. Però quando ti appiccicano delle etichette addosso poi è difficile levarsele. Di sicuro non sono un calciatore così famoso al grande pubblico, ma apprezzo il fatto che chiunque voglia seguirmi debba farlo guardando il campionato italiano".
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Ancora Luis Alberto: “Una leggenda che io sia discontinuo”
Non la smette più di parlare in Spagna il numero 10 biancoceleste
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