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Correa deve ancora riprendersi dalle fatiche dell’Argentina

E' tornato a pezzi dalla Nazionale, ora è in lutto per la scomparsa della nonna

redazionecittaceleste

ROMA - Tucu di fioretto, mica di spada. Aveva illuso tutti in estate con 14 reti, una dietro l'altra, e quella alla prima giornata. Correa invece rimane croce sotto porta. Semina il panico, ma poi non la mette mai dentro. E pensare che nel finale della scorsa stagione (sopratutto con Milan e Atalanta in Coppa Italia) sembrava essersi sbloccato.

Non è un caso che, a fine gara a San Siro, Inzaghi elogia Immobile e Caicedo in conferenza, su Correa non fiata. Stende un velo pietoso sulla sua inconsistenza. L'anno scorso a Firenze gli aveva lanciato una frecciata, così Joaquin s'era dato una scossa. Ora ci ricasca, arriva in area, calcia sei volte (più di chiunque) al Meazza e non mira. E' tra i 21 giocatori ad aver tirato almeno 20 volte in Europa, ma è anche fra gli unici 4 ad aver segnato solo 1 gol ancora. Ha sprecato almeno due chance davanti ad Handanovic domenica sera: grave lo scavetto fuori misura, peggio il tiro al lato sull'uscita sbagliata del portiere nella ripresa. A Correa manca lucidità e freddezza, ecco perché ha una misera rete alla sesta gara giocata. In 472 minuti ha calciato in 23 occasioni, 3,8 a partita: vuol dire che fa centro lo 0,26 volte che tira. Contro Spal e Cluj è stato anonimo, è rientrato a pezzi dalla Seleccion e ora (è venuta a mancare l'amata nonna) è pure in lutto. Anzi, è di nuovo Correa a vuoto.

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