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Ecco chi è Szoboszlai, l’enfant prodige che ha scelto la Lazio

Mercato Lazio, resta viva la pista Szoboszlai

Ha appena 18 anni ed è già considerato un futuro fenomeno

redazionecittaceleste

ROMA - Sarà l’erede di Sergej Milinkovic-Savic, scrive Tuttosport. Alto 1.86, 18 anni, longilineo ma potente, elegante ma determinato, spiccata intelligenza tattica e grandi doti tecniche. Dominik Szoboszlai, la stella nascente del calcio ungherese, gioca nel Salisburgo e vuole compiere il salto nel calcio che conta. La Serie A, la Lazio in particolare, possono essere la sua opportunità. Il ds biancazzurro Igli Tare lo corteggia da mesi.

Lo ha già portato a visitare l’avveniristico centro sportivo di Formello. Gli ha fatto intravedere la possibilità di ricalcare le orme del Sergente, di spiccare il volo come l’aquila effigiata sulle maglie della squadra che, dopo la Juventus, ha vinto più di tutte in Italia negli ultimi 10 anni. Szoboszlai è stato recentemente inserito dal Guardian nella lista dei 60 talenti più promettenti. E’ un classico trequartista: sa rifinire e andare a rete ma, grazie alla sua istintiva visione di gioco, può giocare anche come mezzala o regista. Sembra di descrivere Milinkovic perché anche il giovane talento ungherese è dotato di impressionante forza fisica e utilizza indifferentemente il destro e il sinistro, oltre ad eccellere nel gioco aereo. I paragoni si sprecano: Bernd Storck, ex ct dell’Ungheria, vede in lui il nuovo Toni Kroos. Ma Dominik sa rimanere umile: “Il talento è una benedizione divina, ma senza volontà e umiltà non vale nulla”, così ragiona Szoboszlai tanto da essersi fatto tatuare questa frase sul braccio sinistro. All’inizio dello scorso campionato ha ereditato la maglia numero 14 di Valon Berisha, centrocampista acquistato proprio dalla Lazio la passata estate, diventando presto uno dei beniamini dei tifosi del Salisburgo. Anche la Juve lo tiene d’occhio. qualche mese fa Fabio Paratici era pronto a investire su di lui una somma vicina ai 10 milioni: insufficienti. L’Atalanta ha provato invano ad assicurarselo durante il mercato invernale. Inter, Bayern Monaco e Arsenal si sono innamorate di lui, ma non hanno chiuso l’affare. Ora Szoboszlai ha scelto la Lazio, affascinato dall’esempio di Milinkovic, convinto di poter trovare a Roma il giusto clima per affermarsi ai massimi livelli. Claudio Lotito è pronto ad avvicinarsi ai 20 milioni chiesti dal Salisburgo, magari provando a inserire proprio Berisha come parziale contropartita. I giochi sembrano fatti. Occorre solo aspettare che il Manchester United, al momento in vantaggio sulle concorrenti, il Psg o qualche altra big che voglia assicurarsi il Sergente, presenti «l’offerta irrinunciabile» che faccia sorridere il presidente laziale. La strada che porta nella Capitale per Szoboszlai è spianata.

GLI ESORDI

E’ nato a Szekesfehervar, conosciuta anche come “la città dei re”, e ha iniziato a giocare a 5 anni nella squadra della sua città, il Fehervar (poi chiamata Videoton e oggi conosciuta con il nome di MOL Vidi). Nel 2007 si è trasferito nel Fonix Gold, accademia fondata da suo padre Zsolt, svolgendo un lungo periodo di formazione prima di passare all’MTK Budapest nel 2015. Qui è rimasto una stagione prima di tornare al Videoton. Nel marzo 2017 è stato acquistato dal Salisburgo per 500 mila euro. Due giorni dopo ha esordito con l’Under 18 dei “Tori”. Nella stagione successiva ha fatto la spola tra l’Under 19 e il Liefering, il club satellite dove il Salisburgo manda i propri giovani a maturare. Nel gennaio 2018 ha firmato il suo primo contratto da professionista fino al 2021 e recentemente ha prolungato fino al 2022. Ha compiuto tutta la trafila nelle nazionali giovanili ungheresi: capitano dell’Under 17 e poi dell’Under 19, ha collezionato 8 presenze con l’Under 21 prima di esordire con la nazionale maggiore con la quale vanta già 4 presenze. Il ct Marco Rossi gli ha affidato la maglia numero 10. In Italia Szoboszlai si è già fatto ammirare durante l’amichevole giocata a Recanati dall’Under 19 contro i pari età azzurri: in quell’occasione ha messo in mostra le proprie doti balistiche con un calcio di punizione da 25 metri sotto l’incrocio dei pali.

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