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ESCLUSIVA – Diaconale: “Leiva? Vicenda chiusa. Nostra scelta per non alimentare altre polemiche”

Notizie Lazio: Arturo Diaconale

Le parole del responsabile della comunicazione della Lazio, Arturo Diaconale

redazionecittaceleste

ROMA - La notizia del giorno in casa Lazio sono senz'altro le parole pesanti rivolte da Lucas Leiva nei confronti dell'addetto stampa del Milan, Ugo Allevi.

Secondo quanto riportato dalla Procura Federale il centrocampista biancoceleste avrebbe detto al collaboratore disabile rossonero "Stai seduto e zitto". Allevi avrebbe risposto al brasiliano "Testa di c****", generando un ulteriore parapiglia nel tunnel degli spogliatoi. A tre giorni dal match, il Giudice Sportivo ha punito l'ex Liverpool con 10mila euro di multa. Nonostante Lucas Leiva abbia pubblicato sul proprio profilo Instagram una lunga lettera in cui assicura che tutto ciò che è emerso sia una falsità, la Lazio ha deciso di non fare ricorso. Il motivo di questa scelta ce lo ha spiegato in esclusiva Arturo Diaconale, responsabile della comunicazione del club biancoceleste. Ecco le sue parole per Cittaceleste.it.

Come ha accolto la Lazio la decisione del Giudice Sportivo su Lucas Leiva?

"Noi abbiamo considerato e accolto la decisione del Giudice Sportivo come un provvedimento che chiude tutta la vicenda. In merito ai fatti di San Siro rimane aperta solamente la questione dei due giocatori del Milan (si riferisce a Kessié e Bakayoko, ndr) per ciò che hanno fatto con la maglia di Acerbi. Per il resto consideriamo la vicenda chiusa".

Se Leiva stesso ha dichiarato la sua innocenza sui social network, perché la Lazio non fa ricorso?

"Preciso che la Lazio ha accettato la decisione presa dal Giudice Sportivo anche in vista della delicata partita di Coppa Italia contro il Milan. Siamo in un momento in cui è più opportuno non alimentare focolai ed evitare ulteriori problematiche. Non dobbiamo cadere nelle provocazioni. Il campionato non è finito. Il percorso della squadra di Inzaghi sta entrando nel vivo tra Serie A e Coppa Italia, e mille esigenze di opportunità ci impogono di evitare le polemiche".