ROMA - Il professor Paolo Zeppilli, responsabile medico della Figc, ha spiegato il protocollo per il ripartenza del calcio. Ecco come si è espresso a La Gazzetta dello Sport: "Deve essere chiaro che il nostro protocollo potrà entrare in funzione dopo una decisione governativa. Dunque chi ci amministra, quando deciderà di riaprire certe attività, significa che avrà logisticamente assicurato che quelle condizioni di prevenzione siano disponibili su largo raggio. Risulta che probabilmente entro aprile il ministero della Salute deciderà di adottare alcuni test sierologici più attendibili, fra i diversi che vengono proposti".
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Figc, Zeppilli: “Col protocollo ci siamo. Ora tocca al Governo”
Ecco le parole del responsabile medico della Figc, il professor Paolo Zeppilli
Dunque diamo per scontato i primi passi del protocollo, cioè che si formi un gruppo “sano”: sul campo riprende il calcio.
"No. Per la prima settimana in allenamento verranno rispettate le distanze. Insomma niente partitelle. Poi, in assenza di controindicazioni, nelle successive due settimane non ci saranno più limiti".
E dopo potrà ripartire il campionato?
"No. Quello farà parte di un secondo step della fase due. Ancora non completamente analizzato sotto il profilo della sicurezza. Visto che le squadre dovranno uscire da un isolamento per viaggiare. Bisogna valutare per bene le cose. Magari da qui a un mese abbiamo nuove evidenze della pandemia che possono portarci a rivedere i protocolli".
Se in questa fase un giocatore risultasse positivo?
"Dovremmo isolarlo e valutare bene la situazione. Ma è una cosa che potrà capitare anche un domani quando tutti saranno vaccinati. Un po’, per fare un esempio, se magari oggi un atleta risultasse malato di morbillo, per il quale è vaccinata oltre il 90 per cento della popolazione. Anche in questi casi si procederebbe con l'isolamento".
Insieme al protocollo andranno rifatti gli esami di idoneità sportiva degli atleti?
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