ROMA - Bisogna toccare il fondo, vedere il buio pesto per riemergere e ritrovare una luce abbagliante. La rinascita della Lazio parte da un primo tempo devastante. Dopo i primi 45' contro l'Atalanta la panchina d'Inzaghi non sembrava solo traballante, ma in avaria in alto mare. Sembrava aver perso il controllo, l'allenatore, la sua ciurma in balia delle ondate devastanti nerazzurre. Invece un discorso mirato negli spogliatoi ha segnato la resurrezione alla fine del tunnel. I biancocelesti sono entrati in campo per cambiare il destino di questo tour de force, guidati alla riscossa dal messia Immobile. Altri due gol al Toro, sempre più capocannoniere. Ma adesso nel gruppo si rivede tutta la classe. Un Acerbi imprescindibile e addirittura bomber, Luis Alberto di nuovo giocoliere e sempre più assistman, la seconda difesa e il secondo miglior attacco di queste prime 10 giornate. E' ovvio che nel computo dei gol pesi la media record d'Immobile, ma Inzaghi stavolta deve applaudire ogni suo giocatore. Anche perché col Toro ha cercato di gestire le forze e non ha pagato minimamente il turnover. Alla spalle dunque un inizio di stagione altalenante, che stava relegando la Lazio lontano dalle vette. Per ritornare in alto sono bastate tre partite. Gli scontri diretti valgono la rinascita biancoceleste, altri tre punti a San Siro e Inzaghi può davvero rimirar le stelle.
notizie
Lazio e Inzaghi, dal precipizio al quinto posto in 2 gare e mezzo
Nel primo tempo con l'Atalanta sembrava tutto perduto, invece 7 punti riportano i biancocelesti quasi in zona Champions
Cittaceleste.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA