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Lazio, il baby Adekanye segna il primo gol in A e offre la cena alla squadra

Notizie Lazio: Bobby Adekanye

Nell'esultanza Bobby mima gli occhiali, la Nord lo incita e mettere la palla fra i pali. Lui ci riesce e deve ringraziare Lazzari

redazionecittaceleste

ROMA - Gli occhiali che indossa uscendo dallo stadio sono gli stessi che mima dopo il gol del 5-0. Bobby Adekanye e la Lazio, una questione di sguardi. Da oggetto misterioso a beniamino dei compagni di squadra e tifosi. «Che ce frega de Giroud, noi c’avemo Bobby gol». Il coro che si leva dalla Tribuna Tevere e dalla Curva Nord è goliardico e premonitore. L’olandese del 2000 entra al posto di Caicedo nella ripresa contro la Spal, segna e si prende gli applausi dell’Olimpico. La dedica canora ora è più forte e diventa un vero e proprio attestato di stima.

DEDICA SPECIALE

La rete del 5-0 vale poco ai fini del risultato, ma l’esultanza che ne consegue testimonia la compattezza del gruppo. Bobby corre verso il team manager Stefan Derkum e lo abbraccia. Fu lui ad andarlo a prendere a Fiumicino quando arrivò a Roma lo scorso maggio. Fu lui ad introdurlo nella realtà di Formello. Fu lui a guidarlo, passo dopo passo, durante l’ambientamento. L’opera di Derkum è silenziosa, ma fondamentale quanto quella dei giocatori in campo. Un lavoro oscuro, lontano dai riflettori, che fa la differenza come un gol vittoria. «Sono andato a ringraziarlo e gli ho dedicato la rete, perché fin dal primo giorno mi ha aiutato ad integrarmi», spiega il numero 34 biancoceleste, che ora “deve” festeggiare con il gruppo.

CENA OFFERTA

«Adesso che hai fatto il primo gol in Serie A ci porti a cena fuori», gli dicono i senatori nello spogliatoio. Una proposto che Bobby accetta di buon grado, a patto che non gli facciano lo scherzo del “conto gonfiato” - rivela IlMessaggero - come qualche settimana fa, quando portò tutta la rosa in uno noto ristorante del centro. L’unione e la compattezza sono le armi in più di una Lazio «che partita dopo partita può fare la storia». Bobby sogna ad occhi aperti, non vuole fare paragoni col modello Leicester e si gode il momento. Lottare per vincere lo scudetto è possibile, battere la concorrenza di Immobile, Caicedo e Correa un po’ meno.

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