ROMA - Un po’ di rimpianti, ma la consapevolezza di aver retto l’urto e avere tra le mani una Lazio pronta e all’altezza della situazione. Inzaghi si prende il punto conquistato con l’Inter, quasi lo benedice, visto tutto quello che è capitato prima e soprattutto durante la partita, ma è certo che, appena si tornerà dalla sosta, la sua squadra tornerà quella dell’anno scorso, forse ancora più matura e competitiva. Si intuisce dalle sue parole e da quel che si è visto in campo nel secondo tempo. Sapeva, il tecnico che il calendario con Atalanta e Inter in avvio, sarebbe stata una montagna da scalare, tra infortuni e giocatori appena arrivati, ma non pronti o non disponibili. Naturalmente sperava di fare un cammino diverso, ma adesso più di questo, quattro punti dopo le prime tre giornate, non poteva ottenere. “Mi è dispiaciuto affrontare Atalanta e Inter subito senza poter fare determinate rotazioni, ma tra quindici giorni riavrò tutti e secondo me questa Lazio farà divertire e di nuovo parlare di sé”, la sicurezza del tecnico biancoceleste che poi aggiunge: “Di sicuro avrei preferito altri risultati, di sicuro qualche gol in più, come contro l’Atalanta, dove, al di là di come è andata la gara, avremmo potuto fare più male, ma adesso è tutto passato, voglio guardare avanti e godermi la prestazione e il carattere che hanno tirato fuori i miei giocatori contro l’Inter”. Su cosa sia mancato in queste prime giornate, l’allenatore non ha dubbi: “Cosa è mancato? Lavorare in settimana con venti titolari. Ho dovuto far giocare Bastos e Radu che erano a rischio infortunio. Poi vedo l’Inter che ha in panchina Kolarov e D’Ambrosio. Noi siamo stati in chiara emergenza, dopo la sosta no”.
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LA REAZIONE
Una partita strana, quella contro la squadra di Conte. Una Lazio che comincia aggressiva, perde Radu dopo quindici minuti (una cosa questa che si poteva evitare), ma appena subisce la rete dello svantaggio si intimorisce, arretra e quasi sparisce dal campo. Di tutt’altro avviso, invece, la ripresa dove Milinkovic e Luis Alberto riescono a salire in cattedra e a dettare i tempi della rimonta. E’ questo quello che vuole conservare Inzaghi e soprattutto il concetto da cui si dovrà ripartire. “Abbiamo sofferto – spiega l’allenatore -, anche più del dovuto nel primo tempo, poi ci siamo messi a giocare come sappiamo, in più i ragazzi hanno tirato fuori il carattere e sfoderato una prestazione coi fiocchi. Peccato solo per l’espulsione di Immobile, magari sarebbe andata diversamente”. Una decisione, quella di Guida, apparsa assai severa, ma il tecnico non accampa scuse: “Si abbiamo rivisto le immagini, Vidal è stato senza dubbio più furbo, Ciro è stato provocato, ma sa di aver sbagliato. Mi dispiace non averlo a Genova, per noi lui è il nostro bomber e quando manca, la sua assenza pesa sempre”. Per quella partita, Inzaghi forse avrà Muriqi e sicuramente Pereira.
I SINGOLI
Tutti bravi, tutti pronti a reagire e metter in difficoltà l’Inter, ma Lazzari, Correa e Parolo per il tecnico meritano qualche frasi di più. L’esterno ha messo in seria difficoltà Perisic e l’intera retroguardia nerazzurra: “Felice per la chiamata in nazionale, si vede che sta lavorando benissimo, se la merita e se la deve godere”. Poi un elogio anche per Correa, non che abbia particolarmente brillato, ma quando è uscito Immobile da solo ha creato più di qualche apprensione, col tecnico che ha spiegato il motivo per cui non è entrato Caicedo: “Il Tucu, è stato bravissimo, l’aveva già fatto a Bologna l’anno scorso di reggere da solo l’intero reparto e anche contro l’Inter ha fatto il suo e anche molto bene”. L’ultima carezza è per Parolo che è entrato ad inizio ripresa al posto di Bastos, piazzandosi al centro della difesa. “E’ un giocatore a cui posso chiedere sacrifici di questo genere e le risposte sono state sempre eccellenti. Per ora è un’emergenza, ma al più presto lo utilizzerò di nuovo come mezzala”.
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