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Lazio, la Procura Federale convoca il responsabile medico Pulcini

Notizie Lazio: dottor Pulcini

Il dottore sarebbe ora indagato dagli 007 della Figc che vogliono ascoltarlo il prima possibile

redazionecittaceleste

ROMA - L’indagine sui tamponi della Lazio continua. Ieri mattina il Procuratore federale della Figc Giuseppe Chinè ha convocato via pec il responsabile medico del club biancoceleste, il dottor Ivo Pulcini. Una scelta significativa, visto che Pulcini aveva già ricevuto uomini della procura tre giorni fa, nel proprio studio, mostrando cartelle e esami effettuati. Nelle ultime però è successo anche altro. Il procuratore Chinè infatti ha chiesto pareri scientifici sui tamponi effettuati lunedì dai giocatori della Lazio, quelli per capirci che avevano segnalato la carica virale (anche se ridotta) presente in alcuni giocatori – Immobile, Leiva, Strakosha – impedendo loro di giocare in Champions dopo un’alternanza singolare tra positività e negatività (positivi il 27 ottobre, negativi venerdì, di nuovo positivi lunedì). E i pareri raccolti sono univoci nel ritenere i test a tutti gli effetti positivi.

INTERROGATORIO

Probabile che a Pulcini venga chiesto come mai Immobile e gli altri abbiano potuto allenarsi con i compagni, ad esempio. O di questa alternanza, in modo da poter rispondere anche all’esposto presentato in procura da Cairo, il presidente del Torino avversario della Lazio domenica e sconfitto anche a causa di un gol di Immobile. Le risposte che arriveranno sono importanti: non dovessero convincere la procura, la Lazio in un ipotetico giudizio sportivo rischierebbe dall’ammenda a una penalizzazione in classifica di almeno un punto. Proprio Pulcini ieri ha voluto dire la sua intervenendo in una radio romana: “Noi rispettiamo tutti i regolamenti, facciamo ogni 4 giorni il tampone, la Procura Federale non credo abbia trovato nessuna irregolarità. Ho chiesto alla Uefa di uniformare i test e come si fa nel doping di avere delle contro-analisi”. Neanche a farlo apposta, la Uefa ieri ha specificato: “Il protocollo ha permesso da giugno di giocare 526 partite e ha stabilito in modo molto chiaro le misure da adottare in caso di team che segnalassero casi di coronavirus”.

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