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Lazio, un altro eroe è Strakosha: para tutto e si riscatta

Vengono sottovalutati i suoi interventi in questo cammino mostruoso della Lazio, è un leader silenzioso della difsa

redazionecittaceleste

ROMA - L'eroe silenzioso. Il trascinatore taciturno. Quello di cui poco si parla, ma che in realtà è importante quanto Immobile, anzi, in determinate circostanze, ancora di più. E' il destino dei numeri uno. E quello di Thomas Strakosha non fa eccezioni. E' un portiere, fra i calciatori che non corrono ma che hanno l'obbligo di operare prodigi, guizzi e salti improvvisi dal nulla. Come due sera fa, quando a pochi istanti dalla fine, ha strozzato in gola l'urlo di Insigne bloccando un tiro velenoso dal limite dell'area con una parata decisiva. Illuminante. La più complicata, ha confessato l'esterno difensore laziale perché non aveva visto partire il tiro e, quasi a occhi chiusi, ha usato l'istinto. Non è stato il solo intervento chirurgico decisivo, ma l'ennesimo in una stagione d'oro per il giovane giocatore albanese.

PARATE E PUNTI

E se Immobile e Correa o Luis Alberto e Milinkovic riescono ad essere decisivi con i gol o con gli assist, Thomas riesce a fare altrettanto con i suoi interventi in porta. In questa stagione è stato determinante in tante partite, dando la possibilità alla Lazio di vincere come a Firenze, in casa col Lecce e con la Juve, o Cagliari per non dimenticare Brescia e la stessa gara di due giorni fa all'Olimpico col Napoli. Dalle sue mani sono arrivati ​​dai sei agli otto punti in classifica. Basti pensare che, grazie a quell'intervento su Insigne al novantesimo, si è tolto la soddisfazione di sigillare la decima vittoria consecutiva in campionato, ma anche e soprattutto di ottenere il suo sesto “clean-sheet” stagionale, ovvero la porta inviolata. Era già accaduto altre cinque volte una in trasferta a Genova con la Samp nella prima giornata e le altre quattro in casa con Parma, Genova, Torino e Udinese. Un bel traguardo per il portiere, anche perché rappresenta il primato del campionato. Nessuno come lui, neanche un mostro sacro come Handanovic è riuscito a stargli dietro.

IL MURO

Un record personale che condivide con i suoi compagni di reparto che, guarda caso, in quelle sei partite con la porta inviolata erano sempre gli stessi: Luiz Felipe, Acerbi e Radu. Solo col Torino c'era Patric al posto del brasiliano. Per il resto sempre e solo loro. Un gruppo solido e granitico che si aiuta molto in campo e che è riuscito a fare dei miglioramenti pazzeschi rispetto alle ultime stagioni. Appena tre gol incassati nei secondi tempi, due soli con la Spal e uno inutile col Lecce a tempo scaduto. Contano tanto i gol, ma pure non prenderli. E con una difesa d'acciaio si può davvero sognare.

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