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Scudetto Lazio: perché crederci e perché no

Lotito-Inzaghi

A Roma ormai non si parla d'altro fra i tifosi. Eppure bisogna fare i conti con la realtà dei fatti, positivi e negativi

redazionecittaceleste

ROMA - Scudetto. Diciamolo francamente accostare questa parola alla Lazio fa un certo effetto. Ricorda molto uno di quei baci passionali che da tempo non si riceve più. Fa quasi paura perché si è persa l’abitudine. Ma dall’altro lato c’è quell’attrazione fatale che ti spinge ad andare oltre. Anche a dispetto della ragione che ti dice lascia stare è una pazza idea. Ma le grandi imprese nascono proprio dalla follia. Anche al minuto 92 di Cagliari-Lazio con soli 5 minuti a disposizione sembrava un’eresia pensare di vincerla. E invece i biancocelesti ci hanno creduto. Della serie «Amami o faccio un Caicedo». A Roma non si parla d’altro che di Scudetto. C’è chi allontana l’idea ma solo per una questione scaramantica e chi invece inebriato dalle 8 vittorie di fila si lascia andare a sogni di gloria. Ma la Lazio può vincerlo davvero?

PERCHÉ SÌ

1) Prima di tutto i numeri. Al giro di boa essere a soli 3 punti dalla vetta impone a guardare più in alto. Otto vittorie di fila non sono frutto del caso ma di una squadra che è diventata matura. Inzaghi può contare sul miglior attacco (insieme all’Atalanta) e la terza miglior difesa. Insomma la Lazio segna tanto e subisce poco. Un trend tipico delle squadre che lottano per lo scudetto.

2) La Lazio, rispetto a Juventus e Inter che hanno cambiato molto a cominciare dal tecnico, ha un gruppo collaudato. Inzaghi lo ha costruito e plasmato in tre anni. Simone conosce benissimo pregi e difetti della piazza romana e sa come affrontare le crisi. Ha messo pressioni rispetto a Sarri e Conte che hanno l’obbligo di vincere lo scudetto. Inoltre fare un salto così in alto regala quella spinta in più che magari la Juve che viene da 8 titoli di fila non ha più.

3) E’ sicuramente la squadra più in forma del campionato. Tutto gira a meraviglia e dalla sua ha anche un pizzico di fortuna. A detta di molti, soprattutto alla luce delle ultime vittorie è l’anno dei biancocelesti. Inzaghi è stato bravo a creare un modulo per far coesistere Milinkovic, Luis Alberto, Correa e Immobile. E soprattutto a ridisegnare il ruolo di Sergej, ora molto più di contenimento. Inoltre i biancocelesti lottano solo per il campionato.

PERCHÉ NO

1) La Lazio non è abituata a stare così in alto. Mancano ancora 23 partite e le pressioni aumenteranno a dismisura. Più occhi addosso equivalgono a maggiori “attenzioni”. Il gruppo è forte ma dovrà esserlo ancora di più negli inevitabili scivoloni che ci saranno. E soprattutto continuare a mantenere la stessa mentalità vincente.

2) Inzaghi ha sempre avuto tutta la squadra a disposizione. Non ha mai dovuto fare i conti con gli infortuni nei ruoli chiave come accaduto all’Inter ad esempio. Conte al ritorno dalla sosta riavrà la squadra al completo e di sicuro cambierà ritmo. Sarri ha l’obbligo di vincere, non farlo equivarrebbe a fallire. Al primo anno alla Juve rischia già di bruciarsi. La panchina di Inzaghi è molto più corta e ha meno qualità rispetto a quelle dei bianconeri e dei nerazzurri.

3) C’è il rischio che a sognare siano più i tifosi che la società. E’ vero c’è un premio scudetto ma poi nei fatti a gennaio difficilmente arriverà un rinforzo di livello per fare l’ulteriore salto. Il rischio è che ci si possa accontentare della Champions senza credere alla pazza idea. A questo punto diventa quasi un dovere fare un Caicedo.

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