ROMA - È sempre difficile contemperare le esigenze societarie con il rispetto nei confronti delle persone, talvolta i valori morali vengono scavalcati da quelli economici. Basti vedere cosa è successo, dall'altra parte del Tevere, con i veterani Totti e De Rossi.
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Tra “Capitano mio Capitano” e “Carpe Diem”, la Lazio valuta il futuro di Lulic
La Lazio studia le prossime mosse e Senad Lulic potrebbe anche non restare
Sono questi i dubbi che nelle prossime ore potrebbero cogliere la dirigenza laziale, alle prese con il futuro di Senad Lulic. Alla Lazio dal 2011 ha prima conquistato il cuore dei tifosi con quel gol del 26 maggio 2013 ed ha poi messo la fascia al braccio divenendo quello che è ancora oggi il simbolo del gruppo di Inzaghi. Lulic è la Lazio, ma soprattutto è la Lazialità, ed al suo cospetto non possiamo che metterci in piedi su una sedia ed urlare "Capitano mio Capitano".
Ma parlavamo di esigenze di altra natura ed ecco perché la Lazio - attingendo un'altra citazione dal celebre film con Robin Williams protagonista - potrebbe pensare di cogliere l'attimo e vendere ora il suo capitano. Prima che il cartellino si deprezzi fino allo zero.
L'idea iniziale era quella di proseguire insieme per un altro anno per poi consumare l'addio l'estate prossima. Ma un ruolo da subalterno (magari con Jony o con un rigenerato Lukaku o con un ritrovato Durmisi) potrebbe essere una situazione difficile da sopportare per il duttile giocatore bosniaco. La Lazio, in questo senso, potrebbe fare di necessità virtù vendendolo immediatamente ed evitando di portalo alla sua scadenza naturale.
Sono ore di riflessione per il club, ma anche per lo stesso Lulic. E chissà cosa dovremo gridare alla fine di questa faccenda, se "Capitano mio Capitano" o "Carpe Diem".
(Di Giovanni Manco)
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