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QDL – Eriksson: “Ecco la miglior medicina per battere il Bayern Monaco”

Sono passati 21 anni dal poker di Inzaghi in Champions

Le parole di Sve Goran Eriksson ai microfoni di Quelli della Libertà. La Lazio è chiamata alla grande sfida contro il Bayern

redazionecittaceleste

ROMA - Sven Goran Eriksson non ha bisogno di presentazioni. L'allenatore svedese, nel 2000, riuscì con la Lazio in una cavalcata incredibile che portò i biancocelesti a vincere il secondo scudetto. Per questo, e per i trofei vinti a livello europeo, l'ex mister è diventato una vera e proprio leggenda vivente. In Italia e nel mondo. Oggi, l'ex biancoceleste, è intervenuto ai microfoni di Cittaceleste TV e di Radiosei. Di seguito il suo pensiero, rilasciato a Quelli della Libertà. Trasmissione ideata e condotta dal direttore Stefano Benedetti e da Federico Terenzi:

LA LAZIO DEL 2000

"Era difficile ai miei tempi scegliere chi schierare, erano tutti bravi e ognuno voleva giocare. Con me si sono comportati sempre molto bene, a parte Salas contro il Chelsea in Champions. Sono cose che si possono comprendere, anche Mancini era uno che in partita diceva la sua. Dopo il fischio finale, comunque, passava qualsiasi tipo di eventuale malumore".

LA PARTITA CON IL BAYERN

"Non so cosa ne pensa Inzaghi, ma il campionato è importantissimo. Ritengo che l'obiettivo principale sia ritornare in Champions League anche l'anno prossimo. Pericoloso fare turnover in Serie A per pensare all'Europa. Può essere rischioso pensare già a martedì, prima è fondamentale rimanere concentrati sul campionato. La miglior medicina per battere il Bayern Monaco, è fare un'ottima partita domani contro la Sampdoria. Pensare una partita per volta: battere i blucerchiati per arrivare carichi allo scontro".

L'ADDIO

"Forse mi sono pentito di aver lasciato la Lazio per la nazionale. Tuttavia, se non avessi accettato, avrei avuto il rimorso ancora oggi. Tutto sommato è andata bene così. Decisi di allenare l'Inghilterra perché allenare una nazionale è stimolante. C'è tanta competizione in giro per il mondo. Alla Lazio eravamo certamente una squadra forte a livello nazionale ed internazionale. Quando sono andato via non sapevo dei problemi finanziari che stavano per arrivare".

LA STAGIONE

"Il virus ha creato tanti problemi a tutto il mondo. Calcio incluso. Il campionato è strano, ma non è così solo in Italia. Il discorso vale per tutte le altre realtà. Ci sono alcune società che hanno dei debiti enormi.

IL MIGLIOR GIOCATORE

"Falcao è stato uno dei giocatori più determinanti che ho avuto. In campo faceva l'allenatore e la sua squadra era diversa se c'era lui a giocare. Discorso molto simile per Mancini e per Veron".