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WOMEN | Lazio, D’Auria: “Grassadonia scoperta meravigliosa. Formello è…”
Federica D'Auria, calciatrice della Lazio Women di Gianluca Grassadonia, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di LFootball. Di seguito le sue dichiarazioni:
Federica da dove nasce la tua passione per il calcio?
“Quando ero piccola mio padre era un calciatore e andavo spesso a vederlo dal vivo. Inoltre, con lui a casa vedevamo partite o programmi televisivi che parlavano di calcio. È una passione che è nata grazie a lui”.
È stato lui ad invogliarti di cominciare a giocare?
“In parte sì ma la passione che è nata era talmente grande che ho deciso io di provare. Ho cominciato a giocare a Torino in una squadra composta prettamente da bambini maschi. Sebbene ero tanto entusiasta, molto spesso loro mi prendevano in giro e questo creava in me una situazione di disagio. Quindi non è stato facile all’inizio. Ho avuto un po’ di problemi. Tuttavia ho insistito tanto e oggi sono arrivata dove sono. Guardandomi dietro sono molto contenta di ciò che ho fatto”.
Come ti sei trovata alla Lazio?
“È una società che investe fortemente sul femminile e di questo gliene va dato atto. Inoltre non ho problemi a dire che Formello secondo me è uno dei centri sportivi migliori che ci siano in circolazione. Abbiamo tutto a disposizione: campi ben curati per allenarci, palestre e piscine per fare attività fisica, aree relax. È un ambiente competitivo dov’è possibile esprimersi ai massimi livelli”.
E sulla Juventus?
“Con loro mi allenavo con le giovanili a Garino, poi quando sono entrata in prima squadra ci siamo spostate al centro sportivo di Vinovo. Anche lì le strutture sono eccezionali”.
In questa stagione hai avuto Grassadonia come allenatore. Come ti sei trovata con lui?
“Lui è stato una scoperta meravigliosa. Ha una passione incredibile e pretende sempre il 100% da ognuna di noi. La cosa bella è che riesce a fare in modo che tutte noi ci esprimiamo al massimo delle nostre potenzialità. Spesso siamo noi che ci sacrifichiamo per il mister. Grazie a lui mi sento molto più forte e più matura. Sin da quando sono arrivata in biancoceleste ha sempre creduto in me e se i miei risultati personali sono buoni è molto merito suo”.
Lui viene dal calcio maschile. Che novità ha portato passando dall’allenare una squadra di uomini ad una di ragazze?
“Sul piano tattico ci ha portato un sistema di gioco basato sul possesso palla senza sprecarla o buttarla via. Gli allenamenti sono molto più intensi rispetto a quelli che vivevo prima. È un tecnico molto innovativo”.
Soncin ti ha fatto debuttare con la maglia della Nazionale. Come hai vissuto quel momento?
“Vestire la maglia della Nazionale è un sogno che avevo sin da bambina. Non mi aspettavo onestamente che riuscissi a esordire così presto. È stato breve ma molto emozionante. Darò sempre il meglio per rimanere nel giro delle convocazioni. Anche in allenamento col CT e con le compagne ho cercato di carpire tutto quello che potevo”.
Ti aspetti la chiamata per gli Europei in Svizzera?
“Al momento sto vivendo un periodo di riabilitazione per un piccolo problema fisico al ginocchio. Il mio obiettivo è arrivare al meglio in vista della prossima stagione”.
Chi è Federica D’Auria fuori dal campo?
“Una ragazza che ha tante passioni e spera dopo il calcio di trovare la propria strada. Sto studiando scienze motorie – per rimanere in tema calcistico – presso un’università telematica, così posso conciliare i tempi tra studio e allenamenti. Per me attualmente il calcio occupa gran parte del tempo come lavoro. Quindi non me ne rimane molto per esercitare le mie passioni, Sono una grande fan del tennis e recentemente sono stata a vedere gli Internazionali BNL di Roma. Mi piace ogni tanto andare al cinema, leggo molti libri con temi che non riguardano solo il calcio o lo sport. Giusto una passione riesco a far coincidere con il calcio”.
Quale?
“Viaggiare. Mi piace molto girare l’Italia per scoprire e vedere posti nuovi. Ovviamente quando posso viaggio anche nel tempo libero. Con le trasferte ho la possibilità di poterlo fare abbastanza spesso”.
Chi è il tuo idolo sportivo a cui ti sei sempre ispirata?
“Il mio riferimento è sempre stata Cecilia Salvai. Mi rivedo in lei come calciatrice ed ho avuto la fortuna di potermici allenare insieme qualche volta. Lei è stata importante come modello per la mia crescita ma alla fine, andando avanti col tempo, mi sento forgiata grazie anche alle molte persone con cui ho condiviso del tempo in passato che mi hanno trasmesso o insegnato valori importanti che poi sono diventati i miei. Non tutte hanno raggiunto il successo ma nonostante questo sono state determinanti per me per diventare quella che sono oggi”.
Il calcio femminile in Italia sta compiendo dei passi in avanti, ma ha ancora tanta strada da fare.
“Per ottenere qualche risultato in più cercherei di far capire alle persone la passione, il sacrificio e la dedizione che noi mettiamo ogni giorno come atlete. È esattamente identica a quella dei maschi, se non superiore a volte. La Federazione deve aiutarci continuando a dare importanza agli eventi che coinvolgono il calcio femminile facendoci ad esempio giocare più partite nei grandi stadi e aiutandoci a riempirli attraverso iniziative, comunicazione e pubblicità per dare una prova concreta che sappiamo fare bene il nostro lavoro”.
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