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lazio women
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Arrivare solo quattro giorni prima del via del campionato e subito diventare il punto di riferimento della nuova Lazio Women. Missione riuscita per Martina Piemonte, bomber biancoceleste da diciannove reti stagionali condite da un poker all’Inter. Proprio l’attaccante classe 1997 si è raccontata sulle colonne del Tempo. Queste le sue parole.
Stagione chiusa con vittoria e doppietta.
“Grandissimo anno, nessuno si aspettava questa Lazio. Peccato per l'inizio, dovevamo ingranare; saremmo potute essere, meritatamente, nella poule scudetto”.
Più rammarico o più orgoglio?
“Entrambi. Non è da tutte fare una stagione così da neopromosse, dispiace esserci rese conto tardi del nostro valore”.
Il momento più bello e quello più brutto?
“Bella la svolta contro il Milan, brutta la gara di Firenze. Durante la pausa di Natale ci siamo guardate in faccia e qualcosa è scattato”.
È stata l’acquisto più atteso.
“Il direttore Pinzani ha insistito, ho percepito la voglia di far crescere il club e di portarmi qui. L’investimento che ha fatto la Lazio e quanto ci hanno creduto mi ha fatto sentire un po’ di responsabilità ma non pressione”.
Esperienze in Premier e in Spagna.
“Mi dicevo che non sarei tornata, il campionato inglese è il migliore, quello spagnolo è in evoluzione da anni ma anche quello italiano è cresciuto. Da italiana sono contenta”.
Quindi rimarrà a lungo alla Lazio?
“Qui sto bene e la maglia la sento addosso. Rispetto a tante altre squadre è diverso; essere laziale è appartenenza. È un orgoglio vestire questa maglia, senti di doverla difendere”.
Ha dei miti?
“Ibrahimovic, per fisicità e carattere; è da sempre il mio idolo. Nel femminile Patrizia Panico, carattere istintivo, grande temperamento; mi ha allenato e ancora mi dà consigli”.
Colpisce il legame del gruppo.
“Siamo una famiglia. Non ho mai avuto un gruppo così affiatato e attento”.
Unite anche con Grassadonia.
“In questa stagione c’è molto di lui. È un ‘martello’, lavora nel dettaglio. È stato tosto, non lo nego, ma ha portato grandi risultati. È sincero e diretto. Il mister deve essere un maestro e lui, in quanto tale, mi ha insegnato tanto. È esigente e io voglio sempre migliorare, sono più da ‘bastone’ che da ‘carota’ (sorride, ndr)”.
Obiettivi?
“Non voglio parlare prima ma ciò che abbiamo creato potrà portarci a grandi traguardi”.
Nazionale?
“L’ho sempre vissuta come un plus, che arriva se fai bene per la tua squadra. Do tutta me stessa, il mister lo sa, sono a disposizione della squadra, è un orgoglio farne parte. Il fuoco che ho dentro non cambia in base al posto”.
Soncin?
“Ha portato aria nuova, energia e positività. C’è coesione”.
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