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14 MAGGIO | Grassi: “Lazio, quella domenica incredibile. Cragnotti? E’ un uomo di una…”

Stefania Palminteri Redattore 
A Radiosei Gabriella Grassi, responsabile della segreteria della Lazio dal 1969 al 2003, ha parlato dello storico scudetto di 25 anni fa

Ai microfoni di Radiosei, durante "Non Mollare Mai", è intervenuta Gabriella Grassi, responsabile della segreteria della Lazio dal 1969 al 2003, per parlare dello storico scudetto conquistato dalla Lazio 25 anni fa. Queste le sue dichiarazioni:

"Per noi il 14 maggio è sempre una bella giornata! Quella domenica incredibile, da pazzi, con gli occhi all'Olimpico e le orecchie a Perugia. In famiglia mi dicono: "il primo figlio di mamma? La Lazio!". Le ho vissute veramente tutte in società, dalla povertà fino all’apice della gioia. Per questo dico che il tifoso laziale è speciale, perché è la somma di tutte le esperienze, positive e negative. Non rimpiango nulla, rifarei tutto da capo.

Ho avuto modo di collaborare sempre con persone competenti in seno alla società. Cragnotti? E’ un uomo, lo avete visto ieri a Formello, di una classe immensa. Educato, rispettoso e sa comprendere gli altri. E’ stato ‘bastonato’ per 20 anni, ma quando si ripartiscono i meriti per quello Scudetto, lui ne ha più di altri. Cragnotti è stato eccezionale, soprattutto sotto il punto di vista dei rapporti. Con i giornalisti, ad esempio, era disponibile. Ho amato moltissimo anche Umberto Lenzini, che ho vissuto nella parte finale ovviamente. Anche lui umanamente fantastico.

Di matasse da sbrogliare ce ne furono tantissime. Dalle litigate con l'UEFA fino all'arrivo di Bobo Vieri. Sapevo con chi trattavo e come farlo, non ebbi mai bisogno di dove modificare il mio approccio. Inizialmente presi questo lavoro quasi sottogamba, ma una volta entrata negli ingranaggi, diventò difficile uscirne. L’emozione più grande però, fu la conquista dello Scudetto. Nessuno ci credeva, non avevamo preparato niente. Quando l'ispettore di lega mi comunicò che stava iniziando il secondo tempo a Perugia, iniziò un'interminabile attesa".