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Una data leggendaria, destinata a restare nella storia della Lazio: il 14 maggio del 2000 la squadra di Sven-Goran Eriksson si laureava campione d'Italia per la seconda volta nella propria storia. Dopo 25 anni l'impresa dei biancocelesti resta ancora iconica, dentro gli occhi di ogni tifoso laziale. In questo 14 maggio 2025 non solo tanti i campioni d’Italia del 2000 ricordano il trionfo nell’anno del centenario. Ai microfoni di RadioSei è intervenuto, durante Sei Volte Buongiorno, l'ex biancoceleste Giampiero Pinzi.
"Goduto più da giocatore o da tifoso? Come ho sempre detto ho avuto il privilegio di passare dagli spalti allo spogliatoio. Quello scudetto per me è stato da tifoso nello spogliatoio. Emozioni che non so spiegare, veramente un sogno ogni giorno andare al campo e far parte di quel gruppo storico. I festeggiamenti infatti li feci con i miei amici. Marchegiani ricorda sempre di avermi visto dal pullman a circo massimo e mi diceva di salire, ma io volevo stare tra i tifosi.
Chi mi stupiva di quella squadra? Era una Lazio incredibile quella, per me che ero ragazzino, il più giovane della banda, ogni partitella era una tensione assurda: era una guerra. Litigavano, andavano oltre i limiti a volte (ride, ndr.). Giocare con Nesta, Veron, Simeone, Couto eccetera era una tensione assurda per me. Dire un nome è difficile: Boksic per esempio grande giocatore e persona particolare. Quando ci sono queste personalità con mentalità vincente tutti vogliono vincere. Eriksson? Ricordo una persona non buona, di più.
Mai sentito alzare la voce, solo in un contesto: Sergio (Coinceiçao, ndr.) era il più polemico, disse qualcosa in portoghese ma il mister la capiva la lingua ed esplose. Rimanemmo tutti molto spiazzati, Sergio andò via con la coda nelle gambe. Il mister mi stimava molto, ma in quella squadra il più scarso era un campione, non c'era spazio per me. Ottimismo finale? Non tanto, io l'ultima partita inizialmente non ero allo stadio: per protesta post quanto successo tra Juve e Parma eravamo andati a pranzo a Bracciano".
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