E’ l’allenatore più vincente della storia della Lazio, e ora si gode il meritato riposo. In esclusiva, Sven Goran Eriksson è tornato a parlare di Lazio nella trasmissione Quelli della Libertà. "In Svezia si vive la stessa situazione che si sta vivendo tutto il mondo - afferma l’allenatore svedese - si spera che le cose possano migliorare, ma poi va sempre peggio. La situazione non è buona. Sto bene fisicamente, faccio un po’ di corsa, pesi, gioco a padel e leggo molto. Ma purtroppo posso viaggiare poco. Sarei pronto per tornare ad allenare, se arrivasse una buona proposta, accetterei. Ma non penso che il Liverpool arriverà ad offrirmi cinque anni di contratto prossimamente… l’età è l’età, anche se uno si sente giovane".
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Esclusiva – Eriksson: “Lazio, sfrutta le qualità dei tuoi migliori giocatori”
Il tecnico del secondo scudetto parla in escusiva a Queli della Libertà. "Si parla di numeri, ma alla fine contano i calciatori".
"Ho visto molta Premier League durante il periodo natalizio. In questa stagione non ho visto molte partite del campionato italiano. Ho avuto modo di vedere la Lazio in un paio di occasioni, ultimamente ho visto Roma-Juventus. Inter e Milan sono le due squadre migliori. Qui in Svezia trasmettono spesso le partite del MIlan perché c’è Zlatan - Ibrahimovic ndr - anche il Napoli sta facendo bene: penso che una di queste tre squadre possa vincere lo scudetto. Non so cosa sia successo alla Juventus, si trova in una posizione classifica che per loro non è normale. Solitamente la Juventus ha grandi giocatori, Ma quest’anno Inter e Milan fin qui hanno dimostrato di essere più forti".
L’Inter di Inzaghi sta dominando il campionato. L’ex pupillo di Eriksson sta continuando a percorrere la strada intrapresa nella capitale con la Lazio. "Se mi avessero chiesto vent’anni fa di Inzaghi, non avrei immaginato per lui una grande carriera da allenatore. Ma negli ultimi anni Inzaghi ha fatto un grande lavoro con la Lazio. Le sue squadre giocano un bel calcio. E sarebbe bellissimo se lui vincesse lo scudetto. Mancini e Simeone mi aspettavo facessero questa carriera. E sta facendo bene anche Conceicao. Mi sarei aspettato che Veron diventasse un allenatore, ma ha intrapreso un’altra carriera. In campo era un giocatore straordinario, al quale era difficile imporre un ruolo diverso dal suo. Se provavi a spostarlo, dopo cinque minuti lo trovavi sempre dov’era il pallone".
La questione tattica la fa da padrone in casa Lazio. L’allenatore dello scudetto esprime il proprio pensiero a riguardo. "Se tu hai a disposizione giocatori adatti per fare il quattro-tre-tre, fai il quattro-tre-tre. Si parla di numeri, ma alla fine contano i calciatori, tutto dipende quali giocatori un tecnico ha a disposizione. Quasi tutti i giocatori hanno un ruolo specifico - continua Eriksson - i grandi giocatori si possono anche adattare per qualche partita in un ruolo, ma la cosa importante è schierare un giocatore nella posizione migliore, nel ruolo in cui può esprimere al 100%. Schierare un giocatore in una posizione in cui non vengono esaltate le sue qualità, non penso sia corretto. Nel calcio bisogna seguire la logica.
"La logica dice che vanno sfruttate le migliori qualità dei giocatori - continua l’allenatore svedese - se tu hai in squadra David Beckham, lo devi far giocare come esterno destro. A me non interessa schierarlo sul lato opposto. Tu devi sfruttare il suo piede destro, perché in quel ruolo è il più forte del mondo. Se tu hai Zlatan in squadra, non puoi dargli la palla nello spazio, in profondità. Devi passargli la palla addosso, e quando possibile devi crossare al centro per sfruttare le sue capacità nel gioco aereo. Un allenatore deve cercare di esaltare le qualità individuali di un giocatore, deve sfruttare al cento per cento le sue qualità".
Arriva il momento-amarcord, e si parla dell’ultimo periodo di Eriksson alla Lazio. "L’anno dopo lo scudetto è difficile capire cosa sia successo. In tre anni la squadra aveva vinto moltissimo: scudetti, coppe nazionali, Coppa delle Coppe, Supercoppa Europea. Improvvisamente, la squadra non funzionava più. E non giocava bene deludendo le aspettative dei tifosi. A distanza di anni, quello resta un problema difficilmente spiegabile, ma nel calcio questo a volte può succedere. Sono curioso di vedere Porto-Lazio: sarà una partita molto bella, con Sergio Conceicao che sta facendo una grande stagione. Anche lui - come Simone Inzaghi - vent’anni fa non mi sembrava un predestinato".
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