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Pedro si riscopre, in tutto e per tutto. Non smette mai di incantare la qualità e la classe assoluta dell'ex Barcellona e Chelsea. Neanche al subentro, quando le chance a tiro capitano fisiologicamente con meno frequenza. Eppure il classe 1987 continua a fare la differenza: da titolare o dalla panchina, il suo apporto non cambia. Anzi, addirittura migliore: la sua versione alla Altafini fa stropicciare gli occhi a tutta la Serie A e non solo, è un Pedro eterno. Un campione, un calciatore d'altri tempi per temperamento e consapevolezza.
Ha imparato a sapersi adattare, non puoi non avere certe stimmate se cresci calcisticamente con Guardiola al Barcellona: proprio in Catalogna l'esterno ex blaugrana ha giocato la sua miglior carriera in termini realizzativi con 19 gol siglati. Con la doppietta all'Inter raggiunge quota 14 reti in stagione tra Serie A ed Europa League, è il nono gol al subentro su dieci segnati complessivamente in campionato.
Pedro, appunto, si riscopre... bomber! Già, perché solo Taty Castellanos ha messo a referto altrettante marcature in stagione tra tutte le competizioni. Quando la Lazio è in difficoltà ci pensa l'indescrivibile Pedro - anche in versione finalizzatore -, il nuovo cannoniere dei biancocelesti. Contro il Parma aveva riequilibrato un doppio svantaggio, ieri ha ripreso due volte l'Inter di Inzaghi e inguaiato la corsa Scudetto dei nerazzurri. Uno sgarbo pesante nell'economia del campionato, un'altra masterclass di un calciatore straordinario sotto ogni punto di vista
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