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Lazio, Casiraghi: “Giocare a Bergamo non è mai facile”

Atalanta-Lazio

Le parole dell'ex attaccante della Lazio, Pierluigi Casiraghi, rilasciate a poche ore del match contro l'Atalanta

redazionecittaceleste

L'ex attaccante della Lazio, Pierluigi Casiraghi, a poche ore di distanza dalla sfida di campionato che vedrà i biancocelesti esseri ospiti dell'Atalanta, ha rilasciato alcuni commenti sulla sfida per le colonne de "Il Cuoio". I capitolini hanno di fronte a sé una sfida impegnativa che potrebbe però contribuire alla scalata in campionato. Nel corso della chiacchierata l'ex calciatore ha ricordato quando i capitolini riuscirono ad infrangere un tabù lungo 40 anni: "Ricordo molto bene quella partita con l'Atalanta. Sbloccai subito il risultato ma non mi venne assegnato il goal, ci fu una deviazione impercettibile da parte di un difensore avversario. Con la tecnologia di oggi non succederebbe, ma all'epoca ne venivano tolti di goal per così del genere. Giocare a Bergamo non è comunque mai facile".

Sergej Milinkovic

Sulla sua Lazio

In questa intervista Casiraghi ha anche avuto modo di tornare un po' indietro con la mente. Riportando a galla i ricordi del suo passato biancoceleste alla corte di Zdenek Zeman: "Per me Zeman è stato un allenatore importantissimo. Mi ha insegnato molte cose. Una rarità avere a che fare con un allenatore che ci insegnava i movimenti. Ci ha fatto conoscere un calcio diverso. Quello che faceva all'epoca va di moda oggi. Tolto il portiere e i due difensori centrali, il resto della squadra andava all'attacco. Ricordo che contro la Fiorentina (match vinto per 8-2, ndr) ho segnato quattro goal ma che avrei potuto segnarne molti di più".

Sui successi mai ottenuti

Poi un pensiero anche sui successevi che potevano nascere ma che non sono arrivati: "Ciononostante, c'erano delle squadre più pronte a vincere di noi. Come i bianconeri di Lippi o i rossoneri di Capello. Un anno riuscimmo comunque ad arrivare secondi, peccato che all'epoca non contava molto. Adesso, invece, arrivare tra le prime quattro in classifica è quasi come vincere uno scudetto".