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Attacco a secco: la stagione della Lazio passa da Taty e Dia. Ma Sarri…
Zero punti e una sola consapevolezza, quella di avere ancora tanto lavoro da fare. Forse più di quello che lo stesso Sarri si aspettava, al netto della speranza di aver solo vissuto una giornata no. La Lazio lascia Como ferita nell’orgoglio e consapevole di avere un grosso problema in attacco.
Il precampionato del resto lo aveva preannunciato con i nove gol segnati e i tre subiti. Con Sarri la Lazio può ritrovare quella solidità difensiva persa con Baroni, perdendo però tutta o quasi la pericolosità offensiva che aveva messo in mostra nella prima parte della scorsa stagione. Togliendo le tre reti realizzate contro la Primavera, tra Avellino, Fenerbahce, Galatasaray, Burnley e Atromitos i biancocelesti hanno segnato sei reti subendone tre. Lo stesso rapporto visto nell’anno del secondo posto (60 reti in A, 30 subite), senza però lo stesso gioco.
Servirà tempo per ritrovare certi meccanismi, ammesso che i presupposti di quell’impresa possano essere ricreati. La gara con il Como, numeri alla mano, ha raccontato di una Lazio estremamente sterile in fase offensiva. Senza un centrocampo in grado d creare e senza un attacco capace di colpire. Cinque i tiri totali della Lazio al Sinigaglia, appena uno nello specchio. Bottino troppo magro per pensare di poter essere competitivi.
Zaccagni non è ancora al massimo, Cancellieri non salta mai l’uomo e sia Castellanos che Dia sono in cerca della miglior versione di se stessi. Nessuno dei due centravanti tra il precampionato e la prima di Serie A ha ancora trovato la ia del gol. E per quanto siano già due le reti annullate al Taty, bisogna fare anche i conti con il gusto di Sarri, non convintissimo dall’argentino. Ma con un Dia ancora lontano dalla forma migliore, il tema dell’attaccante rischia di diventare un problema centrale nella stagione della Lazio.
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