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Intervenuto ai microfoni di Radiosei, Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore, ha fatto chiarezza sulla situazione legata all'ultimo bilancio della Lazio e sulle strade da percorrere a disposizione della società biancoceleste per cambiare rotta dal punto di vista economico. Queste le sue parole: “Quello che cambia per la Lazio è la partecipazione o meno ad una grande torneo europeo. Guardando al passato, centrare una competizione ha permesso di incrementare tutte le voci di bilancio.
Lotito ha sempre puntato sull’equilibrio e sul non fare mai il passo più lungo della gamba. La Lazio è nella fascia medio-bassa, con la sua forza economica, con il bacino di utenza; ha un fatturato che è sotto i 150 milioni. Ci sono solo due strade: tornare in Europa, o fare plusvalenza. La preoccupazione ci può stare per il rendimento sportivo o i rinforzi che possono non arrivare dal mercato a meno che non ci siamo immissioni di capitale, ma la Lazio non è uno di quei club che viaggia verso la crisi di strutturale perché ha avuto più utili che perdute.
Per i tifosi magari non è evidente, ma la Lazio ha lavorato molto sui conti. Senza un impianto nuovo, può far poco e non può far miracoli il club. Può crescere ancora ma non molto, perché la crescita passa dalla vittoria; è un cane che si morde la coda, visto che poi le vittorie passano da una rosa competitiva. Il Napoli ha lo stesso modello di business, la gestione viene fatta in equilibrio e in autosufficienza ma poi c’è la ricerca verso alcuni giocatori che ti possono dare tanto e che poi rivendi bene, facendo plusvalenze. La competenza in questo senso può fare la differenza.
I fatturati non fanno gol ma scrivono gli albi d’oro. Ci sono tanti step economici all’interno del calcio che purtroppo è difficilissimo raggiungere. Lo sponsor per una squadra senza coppe non sposta parecchio, il main sponsor potrebbe darti un’entrata che può oscillare sui 5 milioni. Se un club ha un fatturato come la Lazio, vale tra il 2 e il 3%: è importante, non sposta gli equilibri ma da una mano. Ora gli sponsor vanno a guardare anche i big, i talenti.
La preoccupazione c’è; abbiamo una crescita importante di tante realtà all’interno del calcio italiano; ci sono tante società straniere che hanno tanta disponibilità economica. Queste possono prendere un posto in Europa, dove fino a poco fa la Lazio era ‘abbonata’. Purtroppo la Lazio è in un circolo vizioso: le mancate partecipazioni in Europa ti portano a ridurre i costi e magari non avere una squadra competitiva. L’unica strada possibile è l’investimento sullo stadio, che però porta frutti a medio-lungo termine, e il settore giovanile che invece porta risultati prima”.
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