Lazio-Napoli ha regalato pochi sussulti. Non si ricordano parate di Provedel e nemmeno di Gollini. Una gara brutta, giocata con la paura addosso, priva di coraggiosi impeti che avrebbero potuto portare ad una vittoria che sarebbe stata preziosa. Sembrava una finale, una gara con un trofeo in ballo, eppure era una sfida di metà stagione. Siamo al giro di boa, certo, ma se la Lazio vuole puntare con più decisione al quarto posto servono più grinta e più coraggio. Il coraggio che, per esempio, ha avuto Gustav Isaksen. Uno dei migliori in campo – a parte la solidissima coppia Romagnoli e Gila – tra le fila laziali.
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Bello e imperfetto: gioie e dolori del giovane Isaksen
Isaksen, bello e imperfetto
—Dalla gara contro il Napoli emerge un giocatore bello ed imperfetto. Le uniche fiammate sono partite dai suoi spunti: un tiro dalla distanza, qualche dribbling tentato, ed ovviamente la clamorosa occasione per l’1-0. Il corridoio di Guenouzi è stato accolto dal danese che però, come spesso gli capita, ha sbagliato la scelta. Il servizio per Castellanos è stato troppo arretrato. Quella palla andava messa in avanti, o addirittura, con un po’ di estro in più, calciata in porta. Sono le gioie ed i dolori del giovane Isaksen. Ragazzo da svezzare, ma senza dubbio talentuoso.
Il ragazzo si farà
—In uno slancio di ottimismo viene da dire che il ragazzo si farà. La cura Sarri è lì per lui: potrà goderne e forgiarsi per mezzo di essa. La Lazio ha deciso di puntare su di lui ed il mister è d’accordo: Isaksen è il futuro della Lazio. Un futuro che, tra infortuni ed indisponibilità, diventa presente sempre più spesso. Starà a lui approfittare delle occasioni, perfezionarsi, migliorare nelle scelte. Estro e talento già ci sono: tutto il resto dovrà rivelarsi nel tempo.
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