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Bianchessi: “Ho scoperto Floriani alla Lazio: vi dico che tra un anno…”
Niente brividi da esordio per Romano Floriani Mussolini: alla prima in Serie A sono bastati pochi minuti al prodotto del vivaio della Lazio per lasciare il segno. La strada, del resto, è tracciata. Lo assicura Mauro Bianchessi alla Gazzetta dello Sport: “Dissi a Lotito che sarebbe diventato il primo giocatore del mio lavoro in biancoceleste a diventare un giocatore importante in Serie A. La stagione scorsa è stato il miglior esterno della Serie B. Ancora oggi ha margini di crescita enormi” ha detto l’ex responsabile del settore giovanile biancoceleste. “Per rispetto non voglio entrare nelle scelte che ha fatto la Lazio, ma Romano mentalmente è un combattente, fisicamente un atleta ed è anche bravo tecnicamente. In fase difensiva, infine, può migliorare ancora molto”.
Eppure i primi passi non sono stati semplici: “Ha rischiato di essere scartato dalla Lazio un paio di volte, ma alla fine decidevo sempre io. Cambiavo gli allenatori e lui restava”. Nel 2018 il prestito di sei mesi alla Vigor Perconti: “Aveva 15 anni, doveva giocare con continuità e alla Lazio non avveniva. In quel periodo non giocava perché fisicamente era leggero. In più, gli allenatori dell’epoca non riuscivano a vedere la prospettiva. Non vedevano più lontano del loro naso. Nel frattempo, in quei mesi, sistemai l’organigramma dei vari mister e lo riportai alla Lazio. Più giocava e più diventava forte. Bisognava solo avere pazienza”.
Bianchessi poi si lascia andare a paragoni importanti: “Dico Bellanova, un altro mio ‘allievo’, per caratteristiche fisico-atletiche e per la capacità di interpretare il ruolo. Il cognome per lui non è mai stato un peso, ma neanche per me o per i suoi genitori. Non si sono mai intromessi in questioni calcistiche. La sua fortuna è questa. Gli feci firmare il primo contratto da professionista solo perché credevo in lui”. Infine, una profezia per il futuro: “Se continua così, tempo un anno e lo vedremo in Nazionale. Le polemiche sul cognome? Romano è un ragazzo per bene, educato, intelligente. Ed è anche un calciatore bravo. Questo è quello che conta”.
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