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È intervenuto ai microfoni di RadioseiGigi Casiraghi. Queste le parole dell’ex calciatore della Lazio: “Quelli alla Lazio sono stati gli anni più belli per me, sotto tutti i punti di vista, quindi sia quello professionale che personale. Sono stato cinque anni a Roma e ci sono stato benissimo, ho solo bei ricordi. Ricordi? I primi che vengono in mente sono legati alle partite, soprattutto a quelle che vinci; tra l’altro siamo stati fortunati a perdere pochi derby, io personalmente ne ho perso 1 al massimo 2, ma comunque in generale sono stati anni belli perché sono stati di crescita, fino poi ad arrivare allo scudetto; c’è stata una crescita esponenziale di tutto l’ambiente.
A posteriori mi dispiace di essere andato via prima dello scudetto, ma era arrivato il momento: c’è stata una sorta di rinnovamento, è stato giusto così. La Lazio la mia squadra del cuore? Direi di sì, sono stati anni belli e poi è nato mio figlio a Roma quindi c’è un pochino tutto in quegli anni lì: la mia maturità calcistica e anche la mia crescita personale. Il calcio è cambiato tantissimo, noi prima di Formello eravamo al Maestrelli quindi il rapporto sia con i tifosi che con i giornalisti era più stretto. Ma sono i tempi che cambiano ed è giusto anche così.
Paragonare il calcio di ora a quello vecchio è difficile, adesso non ci sono grandi attaccanti, forse è il ruolo che manca di più. L’eccezione può essere Kean che sta facendo bene da un paio d’anni; tant’è che siamo andati a prendere Retegui che è italo-argentino. La Lazio attuale è una delle squadre, volente o nolente, che ha cambiato meno; l’arrivo più importante forse è stato quello dell’allenatore e questa credo sia una certezza. Conosce bene il calcio italiano e l’ambiente, è un plus; come un plus può essere il fatto di non aver cambiato tanto. La Lazio in questo momento magari è un po’ sottovalutata, ma questo può essere un bene perché non ci sono troppe aspettative; lavorare sotto traccia può sorprendere a livello di risultati.
Ovvio che c’è un livellamento importante verso l’alto, tante squadre sono sullo stesso piano, quindi la differenza la farà la costanza di rendimento e su questo Sarri può dare una mano perché è un allenatore che sta sempre sul pezzo. La Lazio può essere una sorpresa, poi sarà il campo a decidere. Castellanos? Forse è l’unico attaccante vero che ha la Lazio, poi c’è Dia e gli altri sono esterni. Ha il peso dell’attacco, è un ottimo giocatore, vede la porta, sa giocare anche spalle alle porte e si sacrifica per la squadra. Può far bene, può crescere tanto; ha le qualità e l’attitudine giusta”.
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