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Caso tamponi, domani il secondo grado: inferno o paradiso per Lotito

Il presidente biancoceleste rischia di decadere da tutte le cariche federali per il prossimo decennio oppure di ridurre ulteriormente la sua squalifica davanti alla Corte d'appello

redazionecittaceleste

Processo ai tamponi, atto secondo. Lotito spera nell’assoluzione, la Procura insiste per una punizione severa. Domani ci sarà l’udienza a sezioni unite davanti alla Corte d’Appello Federale, presieduta dal tenace e ostico Mario Torsello. I legali del club biancoceleste puntano ad una ulteriore riduzione o a cancellare del tutto i 7 mesi di inibizione a Lotito, i 12 mesi ai due medici Rodia e Pulcini e alla maxi multa di 150.000 euro, tutte sanzioni stabilite nel processo di primo grado. Oltre alla Lazio, a ricorrere, e ad essere naturalmente presente, ci sarà pure la Procura.

 Lazio, Lotito e il caso tamponi

BATTAGLIA

Il numero uno Chiné, nonché vice-capo di gabinetto del Mef, insiste con le richieste avanzate nel processo di primo grado, ovvero 13 mesi e 10 giorni per Lotito (che se mai dovessero essere accordati decadrà da ogni carica in Figc) e 16 per i due mesi. La Lazio squadra non rischia nulla. Tutto è nelle mani del presidente Torsello che può confermare, ridurre o anche aumentare le sanzioni dei diretti interessati. La tesi laziale dell’inefficacia del Protocollo Figc non approvato dal Coni resta sempre un’arma per la Lazio nell’ultimo giudizio davanti al Collegio arbitrale del Coni.

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