02:08 min

news

Caso tamponi – Le motivazioni della sentenza: “E’ colpa dei medici”

redazionecittaceleste

Il Tribunale Federale Nazionale della FIGC ha reso  note le motivazioni della sentenza sul caso tamponi che ha visto protagonista la Lazio

Il caso tamponi, che avrebbe dovuto portare all'eventuale penalizzazione della Lazio, financo alla retrocessione, si è risolto con una sentenza abbastanza mite visti i presupposti catastrofici paventati da certa carta stampata. Al centro del processo l'impiego di Ciro Immobilenella gara del girone d'andata fra Torino e Lazio, terminata con la vittoria dei biancocelesti per 4 a 3. Fra le reti dei capitolini anche la firma di King Ciro su rigore. Il Tribunale d'Appello Federale ha inflitto una multa di 150.000 euro alla società biancoceleste, 7 mesi di inibizione al presidente Lotito e 12 ai medici sociali Rodia e Pulcini.

Le motivazioni della sentenza

Il Tribunale Federale Nazionale della FIGC ha reso  note le motivazioni della sentenza. In particolare La Gazzetta dello Sport sottolinea come la Lazio avrebbe violato i protocolli sanitari anti-Covid, smontando di fatto la tesi difensiva degli avvocati biancocelesti.  "Appare destituita di fondamento la circostanza secondo la quale alla società non incombesse alcun obbligo di avvisare tempestivamente l’autorità sanitaria pubblica nè di porre in essere, in assenza di indicazioni specifiche della stessa, le conseguenti attività imposte dai protocolli sanitari emanati dalla Figc e validati dalle autorità sanitarie.C’è un automatismo che non può trovare alcuna limitazione qualora l’azienda sanitaria pubblica non venga informata della positività del calciatore o di un componente dello staff squadra". Lotito non ci sta. Il presidente della Lazio ha già annunciato il ricorso al Collegio di Garanzia del Coni. Secondo il club capitolino spettava alla Asl competente comunicare agli organi preposti la positività di uno o più atleti.

Perché Lotito è stato "graziato"?

La Procura Federale aveva richiesto per il patron biancoceleste un'inibizione di 13 mesi e 10 giorni, in modo da far decadere Lotito da ogni tipo di incarico federale, ma c'è un motivo se la sentenza è stata più mite del previsto. "In caso di accertamento di positività, la gestione della procedura rientra fra gli aspetti medici, quindi in una specifica competenza specialistica di natura medica. Non sembra possa imputarsi al Lotito quanto espressamente contestato in deferimento e, tanto, pur in presenza del suo innegabile interessamento per la vicenda in oggetto, atteso che, ad ogni buon conto, non è in alcun modo dimostrato, nè contestato, che nella sua funzione di presidente, il Lotito abbia impedito l’attivazione delle procedureIl Tribunale ritiene palese la responsabilità della componente medica e stigmatizza definendolo paradossale il caso del calciatore Ciro Immobile che dopo essere risultato positivo al controllo del 26 ottobre, proprio in virtù delle gravissime violazioni perpetrate ha potuto disputare la gara, entrando in stretto contatto coi componenti della propria squadra e della squadra avversaria in virtù di due tamponi negativi effettuati senza alcuna legittimazione, per poi risultare nuovamente positivo prima dell’incontro di Champions con lo Zenit".