cittaceleste news Ciak, si gioca: Lazio&Cinema – Il mercato invernale come un ciclo infinito stile Enemy

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Ciak, si gioca: Lazio&Cinema – Il mercato invernale come un ciclo infinito stile Enemy

Lotito e Fabiani
La nuova rubrica di Cittaceleste con cui rivivere i momenti chiave della scorsa stagione della Lazio e analizzarli in ottica cinematografica
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Di Lorenzo Bozzetti

Spesso dall’incontro tra calcio e cinema può nascere quel binomio capace di mettere a nudo sfumature psicologiche e comportamentali proprie dell’animo umano che, almeno apparentemente, sono difficili da cogliere. Un esempio di questo tipo lo si può evincere dal confronto tra il tipo di gestione dello scorso mercato invernale della Lazio sotto la presidenza Lotito e il conflitto interiore vissuto dal protagonista del film "Enemy" di Denis Villeneuve. Un film, questo, che mette in risalto come la vera felicità e la fuga da quegli ostacoli che la vita ci pone davanti quotidianamente necessitino entrambi di una trasformazione interiore possibile solo però dopo la chiara comprensione degli obiettivi che si intende raggiungere. Simili considerazioni si possono anche rapportare alla recente storia della squadra biancoceleste, compreso il modo in cui la sua dirigenza ha condotto le proprie operazioni di mercato in entrata. Nello specifico, il club biancoceleste sotto la presidenza di Lotito, ha dimostrato di avere ben chiaro quello che è l'obiettivo societario in sede di calciomercato, come dimostrano anche gli affari condotti nella precedente sessione invernale. Una linea guida spesso oggetto di discussione che in alcune circostanze ha portato anche a inevitabili divisioni nell'ambiente biancoceleste. Divisioni che pongono, da una parte, chi vede in questa meticolosità del club biancoceleste nella conduzione delle proprie operazioni di mercato un segnale d'identità, e dall'altra chi invece la reputa una resistenza alla trasformazione delle linee guida societarie, spesso ritenute poco ambiziose. In tal senso, proprio all'interno di questo articolo si evidenzierà come il comportamento di mercato costantemente conservatore manifestato dalla Lazio (non ultimo quello di gennaio con Baroni sulla panchina) trovi corrispondenza nelle tematiche affrontate dal film "Enemy": la ciclicità degli schemi, desideri irrisolti e la sfida per raggiungere un autentico cambiamento interiore, sono tutti elementi che testimoniano come il club, così come il protagonista del film, potrebbe essere intrappolato in un ciclo che si auto-perpetua. Ma vediamo più da vicino questo parallelismo tra il mercato dello scorso gennaio condotto dalla società biancoceleste e il film "Enemy".

Enemy: un conflitto interiore e il ciclo dell’autodistruzione

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Nel film Enemy, pellicola del 2013 diretta da Denis Villeneuve, il protagonista Adam/Anthony (interpretato in maniera eccezionale da Jake Gyllenhaal) si trova rinchiuso in un ciclo di comportamenti autodistruttivi dovuti a desideri inespressi e ad una lotta interiore che pone contro la fedeltà e l'infedeltà. In particolare, tra le varie tematiche affrontate dal film vi è anche la necessità di ricorre ad una profonda trasformazione del proprio sé, passaggio per conquistare la propria felicità e oltrepassare tutti quei desideri ritenuti superficiali. Tuttavia, senza procedere ad un cambiamento interno, il protagonista è destinato a ripetere gli stessi errori, per poi tornare sempre al punto di partenza.

 

La Lazio e il suo approccio al mercato di gennaio: coerenza o ripetizione?

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Fino allo scorso gennaio la Lazio di Baroni si stava rendendo protagonista di un ottimo rendimento nel campionato di Serie A. Dopo venti giornate, gli uomini biancocelesti si trovano al quinto posto a 33 punti, a -1 dal quarto posto in quel momento occupato dalla Fiorentina. La finestra invernale rappresentava dunque il contesto ideale per permettere alla società di acquistare giocatori utili per rinforzare la rosa del tecnico fiorentino e sopperire quei limiti tecnici in quel momento presenti in essa (su tutti, l’assenza di un centrocampista di qualità e di un vice-Castellanos). Promesse che, però, sono state disattese dalla dirigenza biancoceleste, la quale ha deciso di acquistare giocatori di poco spessore, come Arijon Ibrahimovic, Reda Belahyane e Oliver Provstgaard. Giocatori che, seppur promettenti per il futuro, poco si adattavano alle esigenze di mister Baroni, speranzoso di ricevere un supporto dalla società per continuare a mantenere quel rendimento positivo che la squadra aveva manifestato nei mesi precedenti sia in campionato che in Europa. Tuttavia, nonostante un percorso che fino a quel momento era risultato più che soddisfacente, la dirigenza biancoceleste ha deciso comunque di seguire la propria filosofia imprenditoriale perfino nel mercato di gennaio, seguendo quella linea che da sempre caratterizza i suoi movimenti fatta di stabilità, prudenza e approccio conservativo.

Lazio ed Enemy: un ciclo di desideri inespressi

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Il modus operandi intrapreso dal club capitolino nel mercato di gennaio può dunque essere metaforicamente considerato come una manifestazione della stessa "trappola" interna che blocca e imprigiona Adam/Anthony in "Enemy". La "coerenza" dei movimenti intrapresi dalla dirigenza biancoceleste, pur rappresentando un segno di stabilità, si rivela però anche un ostacolo per un cambiamento profondo e autentico del club stesso. Proprio come il protagonista di "Enemy", intrappolato nei suoi desideri irrisolti, la Lazio potrebbe trovarsi a ripetere lo stesso ciclo senza mai evolversi davvero. Un cambiamento reale per il club, simile a quello del protagonista del film, avrebbe pertanto richiesto una trasformazione interiore che, in ambito prettamente calcistico, si sarebbe tradotta in acquisti volti a regalare a mister Baroni rinforzi capaci di rappresentare degne alternative dei titolari. Chiarire i propri desideri e obiettivi: questo, in altre parole, il passaggio che la Lazio avrebbe dovuto seguire per raggiungere quella consapevolezza con la quale poter uscire dal ciclo di ripetizione e puntare a una crescita costante; fattori entrambi fondamentali per consentire a Baroni di affrontare nel miglior modo la seconda parte di stagione.