Intervenuto ai taccuini de La Gazzetta dello Sport, Franco Cordova è tornato a parlare di Lazio e del tanto discusso trasferimento in biancoceleste dalla Roma nel 1976. L'ex centrocampista e capitano dei giallorossi, di cui si dice tutt'oggi tifoso, si è detto molto dispiaciuto di non far parte della Hall of Fame del club capitolino e di non essere stato protagonista di una coreografia con i volti dei capitani storici della Roma in un derby della Capitale del 2015. Queste le parole di Cordova.
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Cordova: “Anzalone mi mise alle corde, sono andato alla Lazio ma…”
In un derby del 2015 la Curva Sud ha realizzato una coreografia con i volti dei capitani storici. Lei non c’era.
"E ci sono rimasto malissimo. È anche una gravissima colpa della Roma, che non mi ha difeso. Capisco che sono andato alla Lazio, ma sono tanti quelli che hanno scelto Milano, Firenze o Torino e vengono accreditati come grandi romanisti. Vedere tutte quelle facce in Curva e non la mia mi fece male. Del resto non sono neanche nella Hall of Fame della Roma, ci stanno cani e porci...".
Ma perché?
"Penso per il passaggio alla Lazio. Ma lì fu il presidente Anzalone a mettermi alle corde: “O vai là o smetti di giocare”. Istintivamente accettai. In quel momento non mi era proprio possibile lasciare sole a Roma Simona e sua figlia Roberta, la situazione era troppo delicata. Anzalone sapeva tutto, ma non mi permise di restare. Eppure l’anno prima, stagione 1974-75, ero stato determinante per far risalire la squadra dall’ultimo al terzo posto".
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