cittaceleste news Cordova: “Anzalone mi mise alle corde, sono andato alla Lazio ma…”

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Cordova: “Anzalone mi mise alle corde, sono andato alla Lazio ma…”

La Curva Nord
Le parole del doppio ex di Roma e Lazio, che è tornato a parlare della querelle legata al suo trasferimento tanto discusso in biancoceleste
Edoardo Pettinelli Redattore 

Intervenuto ai taccuini de La Gazzetta dello SportFranco Cordova è tornato a parlare di Lazio e del tanto discusso trasferimento in biancoceleste dalla Roma nel 1976. L'ex centrocampista e capitano dei giallorossi, di cui si dice tutt'oggi tifoso, si è detto molto dispiaciuto di non far parte della Hall of Fame del club capitolino e di non essere stato protagonista di una coreografia con i volti dei capitani storici della Roma in un derby della Capitale del 2015. Queste le parole di Cordova.

In un derby del 2015 la Curva Sud ha realizzato una coreografia con i volti dei capitani storici. Lei non c’era.

"E ci sono rimasto malissimo. È anche una gravissima colpa della Roma, che non mi ha difeso. Capisco che sono andato alla Lazio, ma sono tanti quelli che hanno scelto Milano, Firenze o Torino e vengono accreditati come grandi romanisti. Vedere tutte quelle facce in Curva e non la mia mi fece male. Del resto non sono neanche nella Hall of Fame della Roma, ci stanno cani e porci...".

Ma perché?

"Penso per il passaggio alla Lazio. Ma lì fu il presidente Anzalone a mettermi alle corde: “O vai là o smetti di giocare”. Istintivamente accettai. In quel momento non mi era proprio possibile lasciare sole a Roma Simona e sua figlia Roberta, la situazione era troppo delicata. Anzalone sapeva tutto, ma non mi permise di restare. Eppure l’anno prima, stagione 1974-75, ero stato determinante per far risalire la squadra dall’ultimo al terzo posto".