cittaceleste news Delio Rossi: “Lazio, difficile fare previsioni. Se va bene Sarri può…”

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Delio Rossi: “Lazio, difficile fare previsioni. Se va bene Sarri può…”

Stefania Palminteri Redattore 
Le parole dell’ex allenatore biancoceleste, intervenuto a fare il punto sulle ambizioni stagionali della squadra e sulla novità in panchina

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Si prepara a tornare sulla panchina del Foggia, ma intanto Delio Rossi non perde mai di vista la Lazio. E, sulle colonne del Tempo, l’ex allenatore biancoceleste analizza proprio la strana estate della squadra e le chance di Sarri di riportare il club in Europa. Queste le sue parole.

Cosa pensa del del ritorno di Sarri e quanto è importante come scelta puntare su un allenatore esperto?

Difficile fare previsioni su quello che succederà. Sicuramente ci saranno dei pro e dei contro, solo il tempo dirà quali sono di più. Però la società ha preso un'allenatore che conosce e lui a sua volta conosce il club e l'ambiente. Sicuramente anche molti giocatori che ha avuto, quindi dovrebbe essere anche agevolato”.

Parlando del passato, è stato giusto separarsi da Baroni?

Non lo conosco personalmente ma solo da allenatore, ma ha sbagliato solo due cose. La prima è l'arco temporale: cioè aver fatto vedere la migliore Lazio nei primi quattro mesi. Se paradossalmente avesse fatto il contrario, molto probabilmente ci sarebbe stata la fila per prenderlo, perché a mio avviso la prima Lazio è stata entusiasmante. La seconda cosa che ha sbagliato è la partita col Bodo: a livello di gestione in quella gara poteva fare sicuramente meglio. Ma non c'è un allenatore che non sbaglia niente, così come non c'è un direttore sportivo che azzecca tutti gli acquisti. Ma a me piace come tecnico perché è uno che non vende fumo”.

Quindi nel complesso come valuta la scorsa stagione della Lazio?

Fino alla fine ha lottato per la posizione che secondo me è la sua. Poteva arrivare sesta e poteva arrivare quinta, ma quella è la posizione della Lazio”.

E con Sarri le cose cambieranno?

Col mercato bloccato, se la rosa è questa, Sarri se fa bene potrà arrivare quinto, se fa un miracolo arriva quarto, ma ci sono sulla carta - senza mercato - sei squadre più forti della Lazio, così come l'anno scorso”.

A proposito lei ha vissuto una situazione simile: la rosa che andava rinforzata dopo un ottimo campionato e invece non arrivò quasi nessuno. Quanto è difficile questa situazione per un allenatore?

Ma Sarri tornando alla Lazio sapeva benissimo cosa lo aspettava. Sapeva di non tornare in un club che avrebbe spero 30 o 40 milioni per degli acquisti. Fa parte delle regole di ingaggio: al momento stesso in cui accetti, sapevi a cosa andavi incontro. O vai via subito, oppure cerchi di fare il meglio che puoi con quello che hai a disposizione. Potrebbe essere vissuta anche come una sfida, come un'opportunità per dimostrare il suo valore. Mai come quest'anno deve far vedere di poter fare la differenza”.

Prima ha parlato di sei squadre di forti della Lazio, si aspetta delle sorprese?

Forse l'incognita maggiore è l'Atalanta, ma se hai una società solida puoi sbagliare al massimo un campionato, vedi l'esempio del Napoli arrivato decimo. Oggi la Lazio senza acquisti è sicuramente inferiore a Milan, Inter, Napoli, Roma, Juve e Atalanta. Poi se la gioca con FioreNtina, Bologna e forse il Como”.

Al di là del blocco degli acquisti, cosa manca a questa Lazio dal punto di vista dell'organico?

Dipende dall'allenatore come deciderà di giocare. Partirà sicuramente dalla difesa a quattro, probabilmente si metterà con il 4-3-3. Ma in questo caso ti manca un centrocampista che si possa inserire e che possa fare gol, magari anche con il tiro da fuori. Oggi questo ruolo può essere ricoperto forse solo da Dele-Bashiru, anche se ancora non ho capito che tipo di giocatore sia. Sicuramente non è un trequartista, lo scorso anno giocava fuori ruolo. Poi ti direi anche il centravanti, perché Castellanos e Dia hanno dimostrato di non essere calciatori da 15 o più gol, e magari un difensore, insomma l’asse centrale della formazione”.

E sul ritorno di Insigne in Serie A?

I giocatori sugli esterni vengono valorizzati se al centro c'è un calciatore forte. Se non c'è chi fa la differenza, l'esterno è come una ciliegina su una torta brutta. Non basta da sola”.