Tutti gli avvenimenti da moviola nella prima giornata d'Europa League. Analizzata la prova del fischietto greco Anastasios Sidiropoulos
Primo Tempo
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Nulla da ravvisare nei primi 5 minuti di gara, così come tutto regolare nel gol del vantaggio biancoceleste firmato Boulaye Dia. Manca il giallo al 20° minuto ai danni di Shaparenko che per fermare la ripartenza biancoceleste stende da dietro Dele-Bashiru. Pochi, nel complesso, i fischi di Sidiropoulos nella prima mezz'ora, chiaro avviso di una direzione di gara molto "europea". Scorre via il primo tempo con il fischietto greco che interviene in maniera sporadica in una gara comunque corretta.
Secondo Tempo
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Il secondo tempo si apre con una svista evidente di Sidiropoulos che non vede, e non considera falloso, il blocco illegale di Dubinchak su Tchaouna. Il fallo dell'ucraino non solo era evidente, ma meritevole anche del cartellino giallo. Graziato ancora il terzino ucraino che allo scoccare del 60° minuto entra in netto ritardo anche su Isaksen. La terza volta è quella buona: ancora Dubinchak, ancora su Isaksen; questa volta il giallo del direttore di gare greco non può non arrivare. Svista anche al 68° quando non viene ravvisato l'evidente tocco di Bushchan sul tiro dalla lunga distanza di Isaksen. Al 71° momento chiave del match: richiamato al Var per un pestone evidente e pericoloso, seppur non volontario, di Braharu sul tendine d'achille di Zaccagni. Il direttore di gara dopo un rapido check al monitore sventola il rosso sotto il naso dell'esterno ucraino. Sale l'intensità della gara dopo l'espulsione con il fischietto greco costretto a spezzettare sempre più la gara col passare dei minuti. Follia di Noslin all'82° in area di rigore avversaria sgomita colpendo sul volto Mykhavko. Arbitro che con il salire della foga perde di mano la partita: all'87° ammonito Romagnoli che frano sul piede di un attaccante della Dinamo dove però aver colpito con ampio anticipo la palla. La partita si chiude dopo 4 minuti di recupero con Sidiropoulos che ha ancora tempo di ammonire Mykhavko per un contrasto troppo deciso su Isaksen. La prova del greco, alla fine, convince a metà.