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E’ derby, Immobile e Inzaghi scuotono ancora la Lazio

Inzaghi

C'è ancora una speranza Champions da non buttare al vento, ma soprattutto guai a fallire l'appuntamento stracittadino più importante dell'anno

redazionecittaceleste

Adrenalina per il derby e per il futuro. Immobile scuote la Lazio. Tutta. La squadra soprattutto, indirettamente pure tecnico e società. Le sue parole dopo la vittoria sul Parma ancora risuonano a distanza di ventiquattrore. E crescono, si propagano. E arrivano a tutti. Ciro non solo capitano e implacabile bomber, quindi, anche mental-coach. E di quelli che sanno quel che vogliono e come riuscire ad ottenerlo. “Bisogna crescere mentalmente, questa squadra fa cose incredibili, a sprazzi è la migliore in Italia, ma se non abbini qualità mentali, fai fatica, lotti sempre per la sesta o settima posizione e non va bene: una società come questa deve lottare sempre per andare in Champions League per poter crescere sul piano economico e su quello della visibilità. Per fare uno step in avanti e stare con le grandi bisogna prima di tutto concentrarsi”, le frasi dell’attaccante che tanti vorrebbero siano scolpite sui muri di Formello. Non è un “Yes we Can”, lo storico slogan di Barak Obama, né il discorso motivazionale di Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”, ma sembra andarci molto vicino. Le intenzioni e le ispirazioni del giocatore sono solo positive. Sia ben chiaro, non sono parole pronunciate polemicamente o contro qualcuno. Tutt’altro.

LA MOTIVAZIONE

E’ una spinta a crescere, a fare quell’ultimo passo che serve per diventare “una grande” a tutti gli effetti. E’ tra l’atro pure una critica a se stesso perché lui fa parte del gruppo in prima persona. E’ il capitano, uno dei principali leader. Un trascinatore, non solo con i gol. Un giocatore che segna a raffica in tutte le competizioni ed è ambizioso. E vorrebbe lo siano anche i suoi compagni. Frasi pronunciate a caldo, quindi sincere, vere e non ovattate come quelle della maggior parte dei giocatori. Parole che avranno un impatto per il derby ma anche e soprattutto per una Lazio diversa. Ciro lancia il segnale d’allarme, vorrebbe vedere la stessa intensità e attenzione che c’è con il Borussia Dortmund, con la Juve, col Milan, con l’Inter o con la Roma anche quando si gioca contro il Benevento, Crotone o Parma, nel caso di due sere fa, con una formazione già retrocessa. Il messaggio, insomma, era rivolto alla squadra, anche se potrebbero farne tesoro tecnico e società.

 Lotito e Inzaghi

MISTERO ALLENATORE

Se ne guarda bene, Immobile ad entrare a piedi uniti sulla querelle legata al futuro del tecnico. O ai programmi del club, anche se quelle parole prese in maniera positiva possono essere uno stimolo forte per uno come Lotito. Tra lui e l’attaccante napoletano il rapporto è ottimo. Il capitano pensa solo al campo, ma è altrettanto vero che uno sguardo interessato e attento su quello che può succedere a Inzaghi ce l’ha, eccome. Innegabile che Ciro, legatissimo al tecnico, proprio non riesce a concepire una Lazio senza il suo mentore. E’ anche grazie a lui che da quando è rientrato in Italia ha segnato 150 gol con la Lazio, a nove reti da Piola. Di sicuro la vicenda sul rinnovo e sul futuro del tecnico sta assumendo un contorno nebuloso e assai contorto. Da “tutto a posto” di qualche mese fa, da parte dei protagonisti, ora si è trasformato in un “se ne parla a fine stagione”. L’ottimismo resta, ma la cornice ogni giorno, e a piccoli pezzi, cambia e pare sfaldarsi. Al patron non sono piaciute alcune cose nella gestione tecnica della rosa, Inzaghi vorrebbe più garanzie. Sembra il discorso di due anni fa, ma non c'è la certezza che sia lo stesso rapporto di sempre, solido e famigliare. C'è una differenza di soldi che potrebbe cambiare a seconda dell'obiettivo, ma a Inzaghi e al suo entourage questa posizione potrebbe non piacere. Lotito gli ha dato in mano il contratto ad inizio anno, la firma, si diceva, era una formalità. Nell'incontro finale o si andrà avanti insieme o voleranno gli stracci.

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