Di Tommaso Petti
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ESCLUSIVA – Gabriele Pulici: “La Lazio pecca nel non rischiare. La manifestazione…”
È il giorno della manifestazione in aperta contestazione con il club biancoceleste, in casa Lazio. Oggi, infatti, dalle ore 18:30 in poi, i tifosi biancocelesti si ritroveranno presso Largo Corrado Ricci e si dirigeranno verso il Campidoglio per richiedere un incontro con il Sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, e l'Assessore allo Sport, Alessandro Onorato.
Ore delicatissime in casa Lazio, in concomitanza con l'inizio del ritiro prestagionale a Formello. Per commentare la caotica situazione in casa biancoceleste, tra vicende di campo e sviluppi extra-calcistici, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni Gabriele Pulici, figlio della bandiera biancoceleste ed ex portiere Felice. Queste le sue parole.
Ieri è iniziato il ritiro a Formello e si è tornato a parlare di campo. Sarri è una garanzia, rispetto ai recenti sviluppi biancocelesti?
"Assolutamente sì. Tra i tanti errori, gli ultimi, fatti dalla società l'unica nota, scelta positiva fatta dal club sia stata appunto quella di richiamare Sarri in sostituzione di Baroni. Credo non ci sia persona migliore che possa dare la possibilità a questo gruppo di crescere, di migliorarsi. Senza la possibilità di attingere dal mercato, Sarri e tutto il suo staff possono aggiungere quel qualcosa in più almeno fino a gennaio, quando si spera verranno risolte determinate problematiche.
Sarri, inoltre, non è un fattore aggiunto solo in campo. Ritengo sia stato quel qualcosa in più che ha evitato che tanti tifosi non si arrabbiassero più del dovuto con la società e di abbonarsi in massa. Un atto di fede? Sì, sicuramente. I tifosi della Lazio sono difficili da capire, anche molto irrazionali. In questa situazione si poteva pensare a un flop per gli abbonamenti, ma se c'è da restare vicini alla squadra - e sottolineo, alla squadra - i tifosi della Lazio risponderanno sempre 'presente'. Difficilmente credo non si raggiungerà la soglia degli scorsi anni".
Oggi, invece, la manifestazione nei pressi dei Fori Imperiali, in aperta contestazione con la società. Che aria tira in casa Lazio?
"Non è un momento 'rilassante', sicuramente. È anche attraverso questi momenti, in un clima di tensione e di attenzione, che si vengono a creare quelle stagioni nate sotto una cattiva stella, poi concluse bene. Oggi la manifestazione sarà di dissenso, ovviamente, nei confronti della società. Il tifoso della Lazio ha bisogno di sentirsi importante, di unirsi.
Questa manifestazione - spero ce ne saranno altre - serve per far sentire i tifosi uniti e per ribadire il proprio impegno alla società, ma c'è bisogno di 'far parte' del club. Cosa che, invece, la società non ha dimostrato ai tifosi: una parte importante, ma non abbastanza da coinvolgerla. Il mio auspicio è che il tifoso della Lazio scenda in piazza per far sentire la sua voce.
Tra pochi giorni Lotito “festeggerà” ventun'anni di presidenza. È uno snodo cruciale, questo momento storico, nel bilancio della sua gestione?
"Lo ripeto. Tutto ciò che è successo negli ultimi mesi, nelle ultime settimane, è un momento fondamentale. Credo, da tifoso, che non ci siano più tanti margini per recuperare il rapporto con i tifosi, lato società, ma anche che la Lazio possa essere considerata come un top team. Ci sono squadre irraggiungibili, come progetto. Altre, invece, lo abbiamo visto, come Como, Bologna, Fiorentina o Milan, si stanno ristrutturando e andando verso una gestione che nei prossimi mesi consentirà loro di scavalcare la Lazio.
Sarà importante capire se si avrà la capacità di capire che questo tipo di gestione - che andava bene vent'anni fa - deve modificarsi, perché il calcio si è evoluto e va nella direzione delle multinazionali e di chi ha possibilità e voglia di rischiare. Quello che manca a questa società è la voglia, in alcuni casi, di fare il passo più lungo della gamba. Questa società pecca di rischio e, per restare a certi livelli in Serie A, c'è bisogno di rischiare".
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