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ESCLUSIVA – Belleri: “Lazio, serve un angolo di serenità! Infortuni? Vi dico la mia”
Corre verso Bergamo la Lazio di Maurizio Sarri. In piena emergenza, al rientro dalla sosta, i biancocelesti sono attesi dall'esame Atalanta, squadra in crescita e ancora imbattuta in campionato. A Formello il tecnico toscano continua a studiare le mosse giuste, pronto a rimescolare nuovamente le carte per sopperire alle tante assenze. Proprio per parlare della sfida della New Balance Arena, oltre che della delicata situazione di casa Lazio, la redazione di Cittaceleste.it ha contattato in esclusivaManuel Belleri, doppio ex della gara.
La Lazio è in emergenza assoluta. Si è dato una spiegazione per tutti questi infortuni? Può essere realmente un problema dei campi di Formello o magari qualche responsabilità può averla anche la preparazione?
"Più che un discorso di campi o di preparazione, penso infatti che ci siano ottimi professionisti che lavorano in entrambi i casi, credo che si stia attraversando un momento storico molto diverso rispetto al passato. Infatti, al di là della Lazio, ho visto anche altre squadre avere tanti infortuni, come la Juve che ha perso nuovamente Bremer di recente. Credo, purtroppo, che serva convivere con queste situazioni. Al di là del numero di partite, credo che effettivamente ci sia un qualcosa di particolare. Non solo nella Lazio, ma anche in altre squadre, perché gli infortuni sono diventati veramente tanti".
Il dott. Stefano Lovati ha sottolineato come anche la componente emotiva può incidere sugli infortuni: che stato d’animo pensa possano avere ora i giocatori? Ha mai attraversato una situazione analoga, momenti emotivamente difficili durante le sue esperienze che hanno inciso anche sulla componente prettamente fisica?
"Il discorso psicologico credo possa incidere tantissimo perché lo stress effettivamente porta ad avere molti infortuni. Noi, spesso, ci focalizziamo però sul'ultima parte, andiamo a guardare la preparazione che magari è stata fatta quest'anno, il numero di partite che son state fatte quest'anno, ma il campionato è iniziato da poco. Il discorso è che la Lazio viene da una stagione, la scorsa, dove sono state giocate tantissime partite. Si tende a guardare un mese indietro, però ci dimentichiamo a volte che i giocatori hanno giocato un anno intero, facendo un numero importantissimo di partite. Credo che si debba prendere in considerazione un periodo leggermente più ampio nel momento in cui si vanno ad analizzare determinate dinamiche. Personalmente in carriera ne ho passate, ho avuto problemi grossi perché mi sono rotto un crociato, dinamiche un pochettino diverse. Quello che posso dire è che i giocatori devono riuscire a trovare quell'angolo di serenità, anche al di fuori del campo. Trovare un qualcosa che permetta poi di staccare la spina totalmente. Ognuno ha i propri hobby, il proprio modo di staccare, cosa che diventa poi fondamentale per rendere al meglio in campo".
Nelle ultime due partite la Lazio ha mostrato orgoglio e voglia di reagire, ma con il 4-4-2 ha concesso ben 13 occasioni da gol per gli avversari. Come crede Sarri scenderà in campo, data anche l’emergenza principalmente in attacco?
"Io credo che il 4-3-3 sia ovviamente il modulo che si adatta di più alle caratteristiche di gioco che cerca Sarri. A volte però serve non tanto inventare quanto attrezzarsi in base ai giocatori che hai a disposizione e agli infortuni che ci sono stati. Ciò che conta ora è quello che riescono a dare i giocatori, perché la Lazio ha bisogno di un po' di equilibrio in più. Secondo me ha giocato delle partite buonissime, le occasioni concesse sono tante però denotano appunto che manca un po' l'equilibrio. non si può dare la colpa alla fase difensiva, perché questa dipende da tutta la squadra. Come del resto quando le punte fanno fatica ci si focalizza solo su di loro ma non è esattamente così. È un equilibrio di squadra che va trovato, a volte l'ha fatto vedere mentre a volte ha fatto più fatica. Questa, per me, è l'unica cosa che si denota maggiormente in questo inizio di stagione
Juric è sottovalutato?
"Sì, diciamo che dal mio punto di vista sto vedendo Juric in modo diverso. Dopo il ciclo vincente di Gasperini è difficilissimo entrare e, secondo me, fare quello che sta facendo Juric: e credo stia facendo bene. A volte, quando si entra dopo questi cicli, già nelle prime gare si vede uno scollamento nella società, nei giocatori: spesso non c'è più la stessa mentalità. Riuscire a subentrare e fare ciò che sta facendo lui è sintomo di fare bene. Ha già posto delle basi importanti, poi ci vuole il tempo di lavorare. Sicuramente l'ultima annata che ha avuto non è stata buonissima ma credo che se l'Atalanta lo ha scelto è perché si avvicina molto al modo di pensare di Gasperini. Credo sia un filo gasperiniano".
Un altro tema è la questione ambientale… I tifosi sono in aperta contestazione con la società ma non fanno mancare il loro supporto: è infatti sold out il settore ospiti di Bergamo. Che ricordo ha dei tifosi della Lazio?
"I tifosi della Lazio sono stati un qualcosa che mi è rimasto nel cuore. Questo anche perché sono stato catapultato in una realtà come Roma che era un qualcosa di molto grande per me, in un periodo storico molto particolare. È un qualcosa che mi porterò sempre dentro, c'è stato un calore, un qualcosa che mi ha travolto all'inizio della mia avventura. Poi avevo fatto bene, anche qualche gol: magari neanche loro si aspettavano una cosa così da parte mia. Il ricordo è molto bello. La stessa cosa è successa a Bergamo, sono stato lì 10 mesi, e c'è stato molto calore anche da parte loro. Ho ricordi molto belli di entrambe le tifoserie, ma la Lazio è stato un qualcosa di entusiasmante e molto particolare per me".
Si aspettava una crescita così importante come quella avuta dall'Atalanta negli ultimi anni?
"Questo ti fa capire l'importanza di un allenatore che si riesce ad allineare con le proprie idee alla società, alla città. Gasperini è riuscito a dare vita a un ciclo vincente che è durato molti anni. Questi meriti sono da dare sia a lui che alla società, oltre che ai tifosi. È la dimostrazione che quando si crede nel proprio lavoro possono nascere cicli vincenti. Questo però appoggiando i propri allenatori che hanno delle idee valide. Vedremo con la Lazio cosa succedere quando si sbloccherà il mercato".
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