cittaceleste news esclusive ESCLUSIVA – Bellinazzo: “Lazio-Nasdaq? Almeno nel 2027. E il Flaminio…”

news

ESCLUSIVA – Bellinazzo: “Lazio-Nasdaq? Almeno nel 2027. E il Flaminio…”

nasdaq
Il giornalista de "Il Sole 24 Ore", Marco Bellinazzo, ha provato a fare chiarezza sulla Lazio e sull'ipotesi di quotazione presso il Nasdaq
redazionecittaceleste

Di Tommaso Petti

La campanella suonata a Wall Street dopo le parole di Lotito durante la cena di Natale e non solo. La Lazio si avvicina al Nasdaq, borsa valori elettronica statunitense che ospita aziende innovative, nell'ambito tech e non solo. Per fare chiarezza in merito all'ipotesi di quotazione del club biancoceleste presso il Nasdaq, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore. Queste le sue parole.

Partiamo dall’annuncio di Lotito: ieri la Lazio ha suonato la campanella al Nasdaq. Ma, in termini pratici, segna solo la chiusura delle contrattazioni?

"Sì, diciamo che è un gesto simbolico. Solo un altro club, il PSG, lo aveva già fatto, qualche anno fa. Può essere letta, semmai, come un atto di avvicinamento. Ma, appunto, parliamo di qualcosa simbolico, al momento".

La Lazio può quotarsi al Nasdaq, legalmente parlando. Ma tecnicamente conviene?

"Il precedente a cui la stessa Lazio fa riferimento è quello del Cadice, che ha quotato non direttamente il club, ma una sua controllata. Questa controllata, tra le altre cose, ha come oggetto sociale lo sviluppo infrastrutturale del club stesso, ma anche l'utilizzo dell'intelligenza artificiale durante gli allenamenti e altri aspetti spiccatamente tecnologici. È evidente che c'è bisogno di questo tipo di passaggio, cioè enfatizzare questo aspetto evolutivo del club. Ed è quello che va fatto per preparare alla quotazione: creare un veicolo societario che abbia dei contenuti per poter stare sul mercato americano, che sicuramente ha grande attenzione per i club europei di calcio - la quotazione del Cadice lo ha dimostrato - e non è scontato. È indispensabile un buon modello alla base".

Servirebbe, quindi, l’appoggio di un’altra società, magari già legata alla Lazio, direttamente o indirettamente?

"Nel caso specifico si può anche creare un veicolo societario - come ha fatto il Cadice - che abbia determinate caratteristiche appetibili per quel tipo di mercato azionario, con una cifra specifica sulla parte tecnologica".

Quali sono i reali vantaggi di quotarsi al Nasdaq?

"I vantaggi sono chiaramente legati al fatto che si possano raccogliere capitali molto importanti. Il Cadice ipotizzava una quotazione pari a dieci dollari per azione e ha ottenuto il triplo. Una somma molto importante, che rappresenta quel capitale da investire nell'oggetto sociale della società. Nel caso specifico, per la Lazio, potrebbe essere anche quello di creare un'infrastruttura come lo stadio con determinate caratteristiche tecnologiche avanzate, come deve essere un impianto moderno. È una mossa che può portare piccoli o grandi investitori, in termini di quote, interessati a sviluppare un determinate ramo dell'azienda. Nel caso specifico, appunto, il nuovo impianto".

Quanto ci vorrebbe, realisticamente, per vedere la Lazio debuttare al Nasdaq?

"Il Cadice ci ha messo tre anni. Partendo da quell'esperienza, diciamo che non è una cosa che avverrebbe nell'arco di dodici-diciotto mesi. Ce ne vorrebbero trenta. Si può accelerare, ma almeno un anno o un anno e mezzo ci vogliono in questi casi. Flaminio? C'è anche questa complicazione ulteriore".

Quali possono essere i rischi, per la Lazio, di avere un fronte ibrido di quotazioni alla Borsa Italiana e al Nasdaq?

"Dipende dal modello giuridico. In Borsa, quella italiana, la Lazio ha una piccola quota. Al Nasdaq dovresti quotare un altro pacchetto azionario o una controllata. Certamente, non credo che la proprietà voglia rischiare la scalata in Borsa".