Vai nel canale Telegram di Cittaceleste >
news
ESCLUSIVA – Belleri: “Lecce motivato ma credo nella Lazio. Su Baroni…”

Bildnummer: 03824668 Datum: 19.07.2008 Copyright: imago/Gribaudi Manuel Belleri (Lazio Rom) - PUBLICATIONxNOTxINxITA; Vdig, quer Test 2008/2009, Testspiel, Serie A, 1. Italienische Liga, Auronzo di Cadore Fuflball Herren Mannschaft Italien Einzelbild Aktion Personen Image number 03824668 date 19 07 2008 Copyright imago Gribaudi Manuel Belleri Lazio Rome PUBLICATIONxNOTxINxITA Vdig horizontal trial 2008 2009 try out Series A 1 Italian League Tue Cadore Football men Team Italy Single Action shot Human Beings
Due anni e mezzo con la maglia della Lazio e una qualificazione in Champions League conquistata non si dimenticano facilmente. Ne è un’esempio lampante Manuel Belleri, che con i biancocelesti ha collezionato quarantotto presenze impreziosite da tre reti. Ricorda ancora oggi con affetto la sua esperienza in biancoceleste l’ex terzino, oggi direttore tecnico di una Academy del Milan in Giappone e negli Emirati Arabi. Nella sua carriera, però, anche una stagione con la maglia del Lecce, prossimo avversario della Lazio in campionato. Proprio della sfida di domenica e della stagione dei biancocelesti ha parlato in esclusiva ai microfoni di Cittaceleste Manuel Belleri.
Lazio-Lecce chiude il campionato. Da un lato una squadra in lotta per l’Europa, dall’altro una in corsa per la salvezza. Che gara sarà?
“Sarà una gara particolare, forse è anche meglio così: essendoci ancora in palio punti importanti non si può sottovalutare la sfida, servirà la massima concentrazione. Sarebbe un peccato buttare all’aria quanto di buono fatto in un’annata per l’ultima giornata. A livello tecnico le due squadre sono molto differenti, ma è poi il campo a comandare: alla Lazio serve una grande prestazione”.
In carriera si è trovato in entrambe le situazioni: sia in lotta per l’Europa che per la salvezza nelle ultime giornate. Dove sono le motivazioni più forti?
“Le squadre che devono salvarsi vengono spesso da annate tribolate, con contestazioni o comunque situazioni negative. Sicuramente giocheranno la partita della vita, ma arrivano anche da un fardello di polemiche e negatività che si portano dietro tutto l’anno. Chi invece gioca per un posto in Champions League o comunque in Europa arriva da un’annata positiva. L’approccio mentale è diverso, ma anche perché c’è più entusiasmo in chi arriva da un ottimo campionato. Sicuramente chi non deve retrocedere ha le motivazioni più forti, ma io sono ottimista e credo tantissimo in quello che la Lazio potrà fare in quest’ultima partita, proprio perché secondo me ha fatto un bellissimo campionato e deve finire bene”.
Eppure in casa è arrivata una sola vittoria da novembre. Numeri del genere come si spiegano?
“Penso che sia una cosa inaspettata anche per l’allenatore, è un’analisi che sicuramente farà. È vero, quando hanno giocato in trasferta hanno spesso fatto meglio che in casa ed è strano. Ovviamente si vuole sempre far bene, a maggior ragione tra le mura amiche perché hai il tuo pubblico e ti senti a tuo agio. Sono aspetti tecnico-tattici che dovranno essere valutati. Secondo me però la Lazio ha fatto una buona stagione. È stato cambiato allenatore e all'inizio c’era un po’ di scetticismo, ma a oggi per me la stagione è positiva. Bisogna anche considerare che tra l'andare in Champions e il non andarci passerà un punto appena. È stato un campionato molto combattuto quest’anno”.
Quanti e quali margini di crescita ha ancora questa Lazio per la prossima stagione?
“Quest’anno i giocatori hanno fatto quello che dovevano fare. Da migliorare c’è sicuramente il rendimento in casa, ma penso che davanti abbiano fatto bene. Qualche intervento si può fare in difesa, ma non tanto per mancanze di chi c’è, quanto per alzare la qualità della rosa. Magari un centrale importante e un centrocampista penso siano le situazioni in cui intervenire per aumentare la qualità e quindi anche la competitività stessa dei giocatori nel momento in cui devono prendersi la maglia”.
La Lazio gioca un calcio offensivo, esponendo molto la difesa come sottolineato anche da Gila. Come si migliora per trovare l’equilibrio?
“Quando si prendono tanti gol si focalizza l’attenzione sul reparto difensivo, ma gli addetti ai lavori sanno che non è così. L’errore individuale si può capire, ma quando subisci diversi gol in più è una questione di equilibrio di squadra che l’allenatore deve trovare tramite chi gioca. Serve equilibrio per giocare bene e con un calcio offensivo, ma allo stesso tempo avendo solidità difensiva. Penso che questo sia il giusto mix, il giusto compromesso per riuscire a ottenere grandi risultati. A meno che non ci siano squadre come il Manchester City che possono permettersi di comprare chiunque, c’è bisogno di lavorare per aiutare i giocatori a trovare un equilibrio mentale e tattico per dare il meglio”.
Baroni era arrivato tra lo scetticismo, dovuto anche a un profondo cambiamento della rosa. Quasi un anno dopo che idea si è fatto del suo lavoro?
“Baroni ha fatto un buonissimo lavoro. È arrivato nello scetticismo generale, ma ha dimostrato che allenatori sempre stati con squadre in zona retrocessione possono fare grandi cose. Serve umiltà, professionalità, aggiornamento quotidiano ed essere brave persone: alla fine i giocatori ti seguono. E credo che lui sia riuscito a fare questo, anche se purtroppo quest’anno il campionato è stato particolare. Rispetto ad altri anni ci sono tre squadre a giocarsi punto a punto all’ultima giornata un posto in Champions League, raramente si è vista una cosa simile considerando anche che il discorso vale per campionato e retrocessione. In altre annate ti saresti ritrovato in una situazione diversa, già definita. Ma per me il lavoro fatto da Baroni rimane importante. Ha fatto bene, ha fatto crescere la rosa”.
La Lazio ha uno sponsor tecnico giapponese. È cambiata la percezione della squadra in Giappone?
“Assolutamente. C’è il sentore di una squadra che viene seguita. L’immagine di una società passa tramite l’acquisto di un calciatore, come Kamada lo scorso anno, o di uno sponsor tecnico. Ma anche e soprattutto dall’utilizzo delle Academy. Aprirne una in un posto come il Giappone permette a tanti bambini di iscriversi: li vedi in giro con le maglie, si espande il brand. Poi ovviamente avere un giocatore importante trascina tantissimo, ma Academy e sponsor sulla maglia permettono alle persone di visualizzare le loro squadre e di seguirle”.
Quanta importanza hanno le Academy per le squadre europee?
“Le Academy possono portare non solo introiti, ma anche immagine. Dai i kit ai bambini e li trovi che girano con la tua maglia: è qualcosa che porta le persone, anche i genitori, a informarsi e a seguire. Il giocatore lo vedi solo in tv, così invece percepisci qualcosa sul territorio che porta partecipazione. Qui ho trovato gente che mi ha portato le mie maglie. Sono cose che ti lasciano a bocca aperta. Questo deriva dal fatto che in Giappone c’è una grande passione per il calcio, ma a loro piacerebbe avere qualcosa di tangibile: avere per esempio un loro bambino che gioca nella scuola calcio del club. A quel punto vedi la tua maglia che gira, la gente si interessa e si appassiona”.
Scudetto, coppe europee e retrocessione: quali saranno i verdetti dopo gli ultimi 90’?
“Per lo scudetto la scorsa settimana penso sia stata decisiva. Vista così sembra che il titolo possa vincerlo il Napoli. Per l’affetto che provo per Simone Inzaghi, avendo giocato insieme sette anni, mi auguro possa vincere lui la Champions. Sarebbe il coronamento di un sogno, anche dopo la finale persa due anni fa. A livello affettivo, avendoci giocato tanti anni, spero possa salvarsi l’Empoli. E, per quanto sia difficile, per l’affetto che provo spero che per la Lazio possa arrivare in Champions League: servono degli incastri ma tutto è possibile”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
