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Venticinque anni fa la Lazio vinceva il secondo scudetto della sua storia. Tra i protagonisti di quella cavalcata leggendaria anche Roberto Mancini, intervenuto in esclusiva ai microfoni di Cittaceleste e Radiosei. I ricordi dello scudetto ma anche il futuro: “Una chiamata della Lazio? Io faccio l’allenatore di professione. Al di là di dove hai giocato e vinto da giocatore sono un allenatore”. Parole che aprono a qualsiasi scenario, come conferma Mancini poco dopo: “Un allenatore deve e può prendere in considerazione qualsiasi situazione, perché non dovrebbe farlo? Può valere per la Lazio e per la Roma, per il Milan e per l’Inter. È così, ma non cancella tutto quello che si è vinto e che si è fatto da calciatore. Gli allenatori hanno l’esigenza di trovare qualcosa che li renda felici, che non sono i soldi. Può essere una bella squadra, il pensiero di poter fare un bel calcio e di potersi divertire ogni giorno allenandola. Se queste condizioni ci sono oggi alla Lazio? Non posso saperlo”.
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