Di Francesco Nese
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ESCLUSIVA – Pastore: “Lazio, che fatica! Con questa rosa parte dietro al Como”
A Formello è cominciata la nuova stagione della Lazio, tra le molte difficoltà legate al blocco del mercato in entrata e alle polemiche dovute alla modalità della conferenza stampa di Sarri. Temi affrontati dal giornalista Giuseppe Pastore, intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni. Di seguito le sue dichiarazioni:
Oggi sono cominciate le visite mediche a Formello, che hanno dato il via alla stagione della Lazio. Che campionato si aspetta da parte dei biancocelesti?
"Un campionato condizionato dalla situazione mercato. Quando è arrivato Sarri, non conoscendo nel dettaglio la situazione come penso nessuno la conoscesse, mi aspettavo una squadra con qualche ritocco a immagine e somiglianza del calcio di Sarri. Conoscendo la rosa non aveva neanche bisogno di troppi ritocchi, ma così è un'incognita. Se penso a squadre che si stanno rinforzando tantissimo, come ad esempio il Como, quasi quasi la Lazio la metto dietro. È una squadra che avrà bisogno di una forte motivazione per andare in Europa: la rosa è un anno più vecchia, per il momento non ha giocatori nuovi ed ha rinnovato giocatori già in là con l'età. Servirà tutta la qualità di questo allenatore che è stato, non so se lo è ancora, uno dei migliori al mondo nel preparare una partita a settimana. Come nessuno riesce a dare alle sue squadre un gioco riconoscibile e molto brillante, con la condizione di dover giocare poche partite perché ha bisogno di tempo per allenarsi e per far digerire il suo calcio. Se così sarà, se sarà quello di tre stagioni fa la Lazio potrebbe anche andarci in Europa, ma secondo me ha una rosa molto inferiore alle big con cui dovrà lottare".
Il blocco del mercato sta facendo riflettere la società sull'ingaggio tra novembre e gennaio di giocatori svincolati, sempre se la situazione tornerà alla normalità. Uno dei nomi accostati alla Lazio è quello di Lorenzo Insigne.
"Con tutto il rispetto per Insigne, che ha scritto pagine importanti anche della Nazionale, se il mercato della Lazio deve girare intorno a Insigne non è una buona notizia. È un giocatore che si è volutamente tagliato fuori dal grande calcio andando in Canada, dove peraltro non ha fatto cose eclatanti. Mi sembra un giocatore da pescare in mancanza di alternative migliori. Secondo me è ancora molto presto per pensare a novembre, perché la Lazio dovrà intanto arrivarci a novembre e dovrà mettere in piedi una squadra in grado di essere competitiva. Non penso che Insigne, o un altro svincolato, possa alzare il livello. Per me rimane una cosa un po' marginale. La Lazio a gennaio ha fatto mercato pagando, non tantissimo ma pagando, tre giocatori che non si sono mai inseriti tra i titolari. Conoscendo un allenatore come Sarri, che ha bisogno di tanto tempo per inserire i nuovi acquisti, a meno che non siano di sua stretta fiducia come Insigne che però andrebbe a fare la riserva di Zaccagni in questo momento, mi sembra difficile che degli svincolati a novembre possano più di tanto cambiare il discorso. Mi immagino che la Lazio sarà questa dall'inizio alla fine e non è una prospettiva rosea. Capisco che il tifoso vuole pensare ad un futuro mercato, però la realtà è che anche questo allenatore non ha un grandissimo storico con i mercati. Ricordo tanti giocatori, anche alla Lazio, che lui faticò ad inserire: mi viene in mente Kamada, ma anche Isaksen. Ha sempre fatto fare molta anticamera prima di inserirli in pianta stabile. Inoltre, avrà soltanto una competizione e quindi non avrà bisogno di una rosa così ampia".
Un pensiero sulla tanto discussa conferenza stampa di presentazione di Sarri, poi rinviata al termine del ritiro?
"La Lazio ha capito di aver sbagliato, anche se non è una società che ammette molto volentieri i propri errori. Non è tanto un discorso di libertà di stampa e di libertà di pensiero, ma è un danno che la Lazio faceva a sé stessa. Dava la sensazione di essere una società che, negando o facendo filtrare nel modo che sappiamo le domande ai giornalisti, sembrava aver qualcosa da nascondere. Visto che l'estate è stata preceduta da tutto il polverone sui bilanci e sui parametri violati era proprio questa la direzione che sembrava voler prendere. Invece, io sono certo che Sarri, che da quanto ho letto si è detto un po' contrariato, abbia voglia e sia molto disponibile a parlare di queste tematiche vis-à-vis, che conosce anche bene per il suo passato extra-calcistico. Non capisco perché bisogna mettere il bavaglio a dei giornalisti e anche danneggiare sé stessi con un modo ed un concetto di conferenza stampa che è fuori dal mondo. Non si può più ragionare in questi termini e la Lazio ogni tanto ha questi scivoloni che denotano una certa fatica a gestire la comunicazione".
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